Nuova decisione sui buoni fruttiferi trentennali per cui ha dato ragione ad Adiconsum Verona. L’associazione scaligera ha dovuto far ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario per tutelare i rendimenti dei buoni di una socia, in possesso di 5 emessi nel 1986 della serie Q/P scaduti a fine 2016.

La società postale non intendeva riconoscere tutti i rendimenti indicati sul retro dei buoni. In particolare, Poste Italiane non voleva rimborsare quanto indicato nella dicitura riportata sui buoni relativa ai rendimenti per il periodo compreso tra 21° e il 30° anno. Dopo un vano reclamo, Adiconsum si è rivolta all’Arbitro Bancario Finanziario di Milano, il quale ha riconosciuto le ragioni della cittadina veronese. Il Collegio ha ritenuto che deve essere riconosciuto per gli ultimi dieci anni il rendimento stampato originariamente sul retro dei buoni. Poste Italiane ha, quindi, dovuto ricalcolare gli interessi dei cinque buoni liquidati alla socia e il 10 gennaio di quest’anno le ha consegnato un assegno di 18.000 euro, quale differenza tra quanto le aveva liquidato in precedenza e quanto maggiormente stabilito dall’Arbitro.

Silvia Caucchioli, avvocato di Adiconsum Verona, che ha seguito il caso, afferma che: “l’orientamento del Collegio arbitrale di Milano è unanime nel dare ragione ai possessori dei buoni e quindi riconosce il diritto ad incassare quanto indicato sui documenti. Il vincolo contrattuale tra Poste e risparmiatore si forma sulla base dei dati risultanti dal testo dei buoni sottoscritti. E’ importante non fermarmi ai primi conteggi effettuati dalle Poste, ma informarsi e verificare. Attenzione specialmente ai buoni della serie P con timbro Q/P”.