Adiconsum Verona ottiene la restituzione delle somme sottratte in modo illecito da una . Nel dicembre 2016 una mamma ha subito il furto della borsa dall’auto in sosta in un parcheggio di un asilo nella Provincia di Verona.

Nella borsa si trovava anche una carta di credito. All’uscita dalla scuola, la signora ha notato che il finestrino della vettura era stato infranto e la borsetta era sparita. Ha sporto la denuncia e bloccato la carta. Tuttavia, erano già stati effettuati due prelievi fraudolenti, uno di € 250,00 e uno di € 500,00. Ha chiesto alla il rimborso, ma l’istituto di credito lo ha negato, affermando che come la signora non avrebbe dovuto lasciare l’auto incustodita e la borsa piena di effetti personali. La ha dedotto che il PIN fosse custodito insieme alla carta, con conseguente colpa grave della consumatrice.

La signora si è rivolta ad Adiconsum Verona e tramite il ricorso all’ Finanziario ha ottenuto il riconoscimento del diritto al rimborso delle operazioni fraudolente.

L’Arbitro, infatti, ha stabilito che e’ l’intermediario a dover provare, ai sensi del D.Lgs. 27.1.2010 n. 11, tutti i fatti idonei ad integrare la colpa grave dell’utilizzatore.

Nel caso della signora, non vi è un livello di negligenza tale da integrare la colpa, tenuto conto che la carta era conservata all’interno della borsa a sua volta custodita all’interno dell’auto.

La banca non ha, quindi, fornito elementi in grado di provare la colpa grave, ovvero la prova dei fatti che, in connessione tra loro, possono ragionevolmente condurre a ritenere gravemente negligente la condotta del cliente ed ha dovuto restituire alla signora le somme prelevate in modo illecito dalla sua carta di credito.