Il Consiglio Giustizia e Affari Interni dell’Unione Europea ha stabilito che il diritto di difesa legale deve essere garantito a ogni cittadino residente all’interno dei confini dell’Unione, ovunque si trovi, dal momento dell’arresto fino alla conclusione del processo.
Questa legge comunitaria è stata approvata il 7 ottobre 2013, dopo 10 anni dalla prima proposta in materia. Sarà pubblicata entro poche settimane sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Nello specifico la direttiva approvata in via definitiva garantisce:
- il diritto all’accesso a un difensore sin dalla prima fase di interrogatorio di polizia e lungo tutto il procedimento penale;
- il diritto di conferire in modo confidenziale e adeguato con il difensore;
- si permette all’avvocato di svolgere un ruolo attivo durante l’interrogatorio;
- in caso di arresto dell’indagato, i familiari possano esserne informati;
- l’indagato avrà la possibilità di comunicare con i propri familiari;
- le persone indagate all’estero potranno restare in contatto con il consolato del proprio paese di appartenenza;
Gli Stati membri hanno 3 anni di tempo a disposizione per adeguarsi e implementare le nuove regole per il diritto alla difesa, ma si auspica che ogni Stato dia attuazione alle nuove norme “quanto prima, a beneficio di tutti i cittadini europei” come afferma Viviane Reding, vicepresidente della Commissione che ha aggiunto: “Questa legge rappresenta una vittoria per la giustizia e per i diritti dei cittadini nell’Unione Europea.”
Le prime stime sulle possibili implicazioni della nuova legge parlano di circa 8 milioni di procedimenti penali che potranno essere coinvolti dalle nuove norme. I 28 Paesi membri ora dovranno garantire anche per i cittadini di altra nazionalità, purché residenti all’interno dei confini europei, l’assistenza legale dall’avvio degli interrogatori di polizia fino alla sentenza definitiva.