«Anche nella nostra città sono sempre più frequenti gli incontri per promuovere le », a sostenerlo è Davide Cecchinato, Segretario Generale di Adiconsum Verona, che avverte contro le false opportunità di guadagno, sempre più “efficaci” in tempi di crisi. «Nel , accanto ad esperienze legali, – continua Cecchinato – esistono comportamenti scorretti volti semplicemente  a lucrare sulle spalle dei cittadini».

«Il – spiega Cecchinato – è una  forma di vendita diretta caratterizzata dalla possibilità per gli affiliati di vendere i prodotti di volta in volta commercializzati  e di far aderire alla struttura di vendita altri soggetti. La remunerazione deriva non solo dalle provvigioni sulle vendite ma anche da una percentuale sull’attività di vendita degli affiliati».

«Solitamente per aderire al circuito – prosegue il Segretario Generale di Adiconsum Verona – viene chiesto il pagamento di una quota di ingresso che può essere anche di qualche migliaia di euro. Nella speranza di realizzare lauti incassi, gli ignari clienti-venditori, dapprima contattati a mezzo e.mail o telefono, vengono convocati per un incontro gratuito di dimostrazione presso un hotel cittadino, magari sotto la falsa promessa che si tratta di un meeting riservato a pochi o di promuovere prodotti “miracolosi” sconosciuti, sino ad ora, al mercato italiano».

«Altre volte si assiste – precisa Cecchinato – a vere e proprie convention in cui si canta e si applaudono i carismatici leader delle reti. Vengono altresì presentati costosi corsi di formazione che si viene “invitati” a frequentare e si predica l’obbligo di coinvolgere parenti e amici. Tutti quelli che sollevano dubbi o manifestano perplessità vengono trattati con ostilità e allontanati dalla sala».

«In questi casi la regola aurea – sostiene Cecchinato – è di non fidarsi evitando di aderire al circuito e denunciando l’accaduto alle Associazioni di ».

«Alcune delle aziende che hanno utilizzato le vendite piramidali – spiega Cecchinato – hanno operato con tale spregiudicatezza da attirare l’attenzione della Magistratura come nei casi Tucker e Alpha Club».

«Giova altresì ricordare – precisa il Segretario dell’Associazione – che la Legge 173/2005,  all’art. 5, primo comma, vieta “la promozione e la realizzazione di attività e di strutture di vendita nelle quali l’incentivo economico primario dei componenti la struttura si fonda sul mero reclutamento di nuovi soggetti piuttosto che sulla loro capacità di vendere o promuovere la vendita di beni o servizi determinati direttamente o attraverso altri componenti la struttura”. Il secondo comma, poi, ribadisce che “è vietata, altresì, la promozione o l’organizzazione di tutte quelle operazioni, quali giochi, piani di sviluppo, “catene di Sant’Antonio”, che configurano la possibilità di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone e in cui il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo il pagamento di un corrispettivo”».

In tali casi cosa fare? «E’ necessario – conclude Cecchinato – denunciare subito l’accaduto all’Autorità e, se vi è stata la sottoscrizione di un contratto, è consigliabile l’invio di una lettera di diffida con costituzione in mora per intimare la restituzione della somma eventualmente versata a titolo di contributo d’ingresso».

Approfondimenti:

Radio a basso consumo, nona puntata: il multi level marketing e le vendite piramidali