“Siamo fortemente preoccupati per la situazione che si è venuta a creare in Italia e sempre più spesso ci si chiede quali saranno gli effetti di questa crisi sulle famiglie italiane e quanto è alto il rischio che il nostro Paese fallisca”. Con queste parole, realiste più che catastrofiste, il Segretario Generale di Adiconsum, Pietro Giordano, ha aperto i lavori del convegno sul sovra indebitamento e , che si è svolta oggi presso la Provincia di Roma. Una giornata organizzata da Adiconsum, cui hanno partecipato diversi soggetti dell’economia italiana, dalle società di credito al consumo alle banche, passando per esponenti politici locali e nazionali, per capire quanto il crescente fenomeno del sovra indebitamento delle famiglie italiane sia lo specchio di questa pesante crisi che stiamo vivendo.

“Di fronte ad una situazione in cui la disoccupazione aumenta (un giovane su tre non lavora e una donna su due non ha mai lavorato), il debito pubblico aumenta, non esiste più una classe media e la forbice tra ricchi e poveri si allarga sempre di più, è evidente che il Governo non può più continuare così, ma deve mettere in campo con urgenza interventi strutturali – ha dichiarato Giordano – C’è un pesante calo della fiducia e, in economia, la fiducia non è un semplice sentimento ma un fattore significativo per lo sviluppo del Paese”.

Il Segretario Generale di Adiconsum ha completato il quadro con le stime sull’inflazione, che a settembre dovrebbe aver superato il 4% grazie agli arrotondamenti che si sono verificati con l’aumento dell’Iva. C’è poi il prezzo della benzina, che in questi giorni al Sud ha toccato punte di 1,7 euro al litro; e il prezzo dei carburanti si ripercuote su tutti gli altri prezzi, come è emerso da una riunione tra le Associazioni dei consumatori e Mister Prezzi.

Tutto questo ha fatto salire in modo significativo la media dell’indebitamento dei sovra indebitati: dai 19.000 euro del 2009 si è passati ai 22.000 euro del 2010, con una crescita del +15,78%. Le pratiche gestite dalle società di recupero crediti sono passate da 1927 del 2009 a 2163 nel 2010. Aumentano anche le richieste di accesso al Fondo antiusura, istituito nel 1996 con la legge n. 108 sull’usura.

“Il Fondo antiusura – ha spiegato Giordano – è gestito da Adiconsum e raccoglie finanziamenti del Ministero e della Regione Lazio: interviene soltanto per i consumatori e non per le aziende, che hanno altri strumenti. Il Fondo non paga direttamente i consumatori ma interviene per coprire i debiti che essi assumono sovraindebitandosi evitando così che vadano in mano agli strozzini. Sempre più spesso le famiglie italiane, in questa attuale situazione di crisi, sono in difficoltà a pagare addirittura le utenze domestiche. Al Fondo può accedere chiunque, sul sito di Adiconsum si trovano tutte le informazioni a riguardo.

Cosa è cambiato rispetto a quando il Fondo non c’era?

“Un tempo i consumatori, avendo una cattiva educazione finanziaria, non si rendevano neanche conto del fenomeno del sovra indebitamento. Oggi sono più consapevoli, ma è comunque alto il rischio di usura vista la situazione attuale di crisi. Siamo in un momento particolarmente pesante in cui tanti lavoratori hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione”.

Qual è la causa principale, oggi, dell’indebitamento delle famiglie?

“Il fenomeno del sovra indebitamento oggi è legato ad un progressivo impoverimento della popolazione italiana. Secondo i dati Caritas più di 8 milioni di cittadini sono scesi sotto la soglia di povertà, non c’è più la classe media che un tempo viveva dignitosamente; il 10% della popolazione italiana possiede il 60% di tutta la ricchezza del paese mentre il restante 90% di popolazione ne possiede il 40%. Questo quadro di impoverimento generale, associato ad una tassazione esponenziale che, oltre a quella diretta di quasi il 50%, associa quella indiretta del sovra indebitamento. Ci sono molte famiglie che 4-5 anni fa hanno sottoscritto un mutuo che allora era sostenibile per loro; altri hanno acquistato l’arredamento e oggi si trovano in situazioni di impossibilità di far fronte a questo debito. Il 50% dei crediti inesigibili riguarda le utenze domestiche, cioè bollette del telefono, del gas e della luce. Altro che difficoltà ad arrivare alla quarta settimana, qui non si arriva neanche alla seconda”.

Questi dati aumentano il rischio di default?

“Il rischio esiste perché se i mercati non riescono ad essere arginati dalla speculazione, verrà colpita per prima la parte più debole del Paese. Per questo il Governo deve intervenire in maniera strutturale; non bastano più gli interventi leggeri fatti fin’ora. Dal Rapporto di Unirec, realizzato a maggio scorso sugli strumenti di tutela del credito, emerge un altro fenomeno molto preoccupante: i cittadini non riescono più a pagare le rate dei mutui e le banche mettono all’asta gli appartamenti. Ma chi frequenta le aste sa che alla prima non conviene andare e si presenta alla terza abbattendo così il costo dell’immobile. Risultato? Il cittadino si trova senza casa e deve continuare a pagare il debito. Questa situazione è molto pericolosa e c’è bisogno che tutti gli attori si mettano insieme a cercare una soluzione e a dare una risposta veloce a chi si trova in difficoltà”.

Cosa può fare il cittadino che non riesce a pagare la rata?

“Non è facile dare una risposta. Noi stiamo cercando di trovare un accordo con le banche visto che anche loro si lamentano nel momento in cui non riescono a recuperare il proprio credito. Stiamo cercando di dire alle banche che invece di mettere all’asta gli appartamenti, mantengano il patrimonio e affittino la casa ad un prezzo più basso al consumatore che è dentro. Così loro mantengono l’immobile e il cittadino non si trova in mezzo ad una strada. E la rata d’affitto coprirebbe progressivamente il debito. Questa è una proposta che faremo alle banche e ai soggetti finanziari e speriamo che venga accettata”.

di Antonella Giordano (tratto da helpconsumatori.it)

Approfondimenti:

Video intervistaSovraindebitamento e Usura. Specchio della Crisi? da tv.adiconsum.it