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T-Red, inchiesta chiusa: sono 4 gli indagati

Si sono concluse le indagini sui semafori c.d. “intelligenti”. Come avevamo già anticipato la scorsa settimana la Procura della Repubblica ha formulato l’avviso di fine indagine. Le accuse della Procura parlano anche di frode in fornitura e falso in atto pubblico. E adesso attendiamo il processo.

Nell’avviso del Pubblico Ministero, dott.ssa Valeria Ardito, per il titolare della Citiesse, l’azienda fornitrice dei T-Red e dichiarata fallita nel gennaio scorso, non c’è più una delle due accuse di truffa. Per gli altri tre indagati, il comandante della polizia dei comuni di Verona est, Graziano Lovato, 46 anni l’ex sindaco di Illasi, Giuseppe Trabucchi, 57, e l’inventore dei semafori intelligenti, Stefano Arrighetti, 46, le accuse di truffafalso in atto pubblicofrode nelle pubbliche forniture (per il solo milanese), sono rimaste in piedi.

Come è stato scritto anche sul quotidiano l’Arena del 17.04.2010, a due anni dai primi sequestri degli impianti, l’inchiesta è finita e ora la parola passa al giudice dell’udienza preliminare al quale toccherà decidere sulla più che probabile richiesta di processo che sarà avanzata dalla procura nei prossimi giorni.

“Cairoli, Lovato e Trabucchi – continua il quotidiano – devono rispondere prima di tutto di truffa, commessa tra Colognola ai Colli e Illasi fino al 24 gennaio 2008. A parere dell’accusa, i due impianti dei semafori T-red, installati in località Donzellino di Illasi e sulla Provinciale 10 in val D’Illasi in via Filzi, avevano la luce gialla inferiore ai 4 secondi. In questo modo, riporta il provvedimento della Procura, era stato impedito l’arresto del veicolo in condizioni di sicurezza. La truffa sarebbe poi consistita nell’infliggere le migliaia di sulla base di inesistenti verbali. Il motivo? Quelle sanzioni erano state elevate direttamente dalla Citiesse di Rovellasca quando quel compito spetta, invece, al comando dei vigili urbani dei Comuni dell’est. Da qui l’accusa di falso in atto pubblico. La truffa alle migliaia di automobilisti sarebbe consistita anche nell’ingiusto danno economico loro provocato «con l’irrogazione della multa di 138 euro più 10,60 di spese e decurtazione di sei punti della patente». In tal modo, sempre a parere della Procura, la Citiesse guadagnava di 29,10 euro oltre Iva per ogni multa ed il resto finiva nelle casse dell’Unione dei vigili urbani dell’est Veronese”.

La nostra Associazione terrà aggiornati tutte le multate e i multati sulle azioni necessarie per costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale.

Leggi l’Arena del 17.04.2010 e l’articolo su T-Red e la chiusura delle indagini.

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