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Telefonia, il Giudice di Pace di Verona condanna l’operatore per disservizi telefonici. Ottenuto il risarcimento di 1500 euro

Si conclude con la vittoria legale di un cittadino veronese l’ennesima disavventura di un utente con le compagnie telefoniche. Il consumatore aveva richiesto il passaggio del suo numero di telefono per la fornitura del servizio di e internet. La nuova compagnia però non ha mai attivato l’utenza, lasciando il cittadino per oltre sei mesi senza linea telefonica.

Costretto quindi ad inviare la disdetta e ad attivare una nuova utenza, il consumatore a questo punto si è rivolto ad Adiconsum per ottenere un per i disagi subiti. “Dopo avere esperito il tentativo di conciliazione, al quale la compagnia non ha partecipato”, ha affermato l’avvocato Silvia Caucchioli, collaboratore dell’associazione, “abbiamo intentato causa presso il di Verona, il quale ha riconosciuto le ragioni del consumatore. La sentenza ha condannato la società ad annullare le fatture emesse e a restituire le somme già versate per il servizio mai fornito. All’utente è stato riconosciuto, inoltre, l’indennizzo previsto dal Regolamento in materia di indennizzi automatici applicabili nei rapporti tra utenti ed operatori di comunicazioni elettroniche dell’Autorità Garante per le Garanzie nelle Comunicazioni”.

Il Regolamento prevede infatti, in caso di ritardo nell’attivazione del servizio o di ritardo nel trasloco dell’utenza, un indennizzo pari ad euro 7, 50 per ogni giorno di ritardo. Come ha sottolineato l’avvocato Caucchioli “il rimborso dovrebbe essere accreditato automaticamente dalle compagnie telefoniche”. Nella prassi, però, ciò non avviene, nonostante il Regolamento sia in vigore dal 14 marzo 2011. Per questo, continua l’avvocato, “è stato necessario ricorrere all’Autorità Giudiziaria per ottenere il risarcimento causato dalla mancata fornitura del servizio”. Nella sentenza, depositata il 16 dicembre 2013, il Giudice di Pace di Verona ha stabilito che l’operatore deve riconoscere all’utente un indennizzo di oltre 1.500 euro pari all’importo di 7,50 euro al giorno per i sei mesi di mancato servizio. Si vuole quindi da questo esempio aprire la strada, “si auspica”, afferma l’avv. Caucchioli, “una maggior consapevolezza da parte dei dei propri diritti e si spera di incentivare con queste vittorie un attivismo responsabile, in risposta alle continue irregolarità di colossi intoccabili…fino a prova contraria”.