Al pari del pagamento del canone Rai o del bollo auto, anche quest’anno è arrivata puntuale la richiesta delle scuole alle famiglie del pagamento del . Una richiesta lecita nell’ambito dell’autonomia scolastica, ma nella maggior parte dei casi inoltrata con modalità non corrette adducendo: informazioni ingannevoli sull’obbligatorietà dei contributi e il  diniego di iscrizione degli alunni le cui famiglie si rifiutano di pagare il contributo.

Le richieste di pagamento vanno dai 150 ai 300 euro a seconda della , cifre importanti per il budget delle  famiglie già duramente provate dalla crisi, ancor più per quelle con più di un figlio in età scolare.

Ma che cos’è esattamente il contributo scolastico?

Le scuole hanno la possibilità di richiedere alle famiglie il pagamento di un contributo per l’arricchimento dell’offerta formativa, o a sostegno dell’attività di laboratorio, ecc.., ma vero è che tali contributi sono “classificati” come “erogazioni liberali” cioè volontari e non come o contributi obbligatori (v. ultima circolare sui contributi scolatici prot. 593/2013 (.pdf) su www.istruzione.it) Pertanto sono da considerarsi illegittime le richieste di alcune scuole che subordinano l’iscrizione degli alunni al pagamento del contributo.

non è contraria ai contributi quando il loro obiettivo è quello di migliorare il servizio scolastico, ma ritiene che tale richiesta debba essere posta in maniera corretta.

Consigli di Adiconsum alla famiglie su cosa fare:

·         richiedere, all’atto dell’iscrizione a scuola, l’indicazione dettagliata delle spese che dovranno sostenere per la realizzazione delle attività inserite nel POF, a quale cifra ammonta il “contributo volontario” e quali spese copre;

·         in caso di versamento del contributo, apporre sulla causale del bollettino la dicitura “erogazione liberale” per innovazione tecnologica oppure ampliamento dell’offerta formativa o edilizia scolastica”, in modo da detrarre la spesa sostenuta dalla Dichiarazione dei redditi;

·         in caso di versamento del contributo integrale o parziale, pretendere di ricevere la rendicontazione di come sono stati spesi i soldi con la specifica dei costi e delle attività introdotte ex novo o implementate;

·         In caso di “minacce” o comunque di richieste aggressive che paventano  il ricorso anche a società di recupero crediti, interessare le autorità giudiziarie e, nel caso in cui tali richieste avvengano in presenza di altre persone, il Garante per la privacy.

Per informazioni e segnalazioni visitare il sito www.adiconsum.it alla voce “scuola”, o la pagina Facebook, “Adiconsum Scuola” oppure inviare una mail a comunicazioni@adiconsum.it

Per approfondimenti: istruzione.it