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Associazione Difesa Consumatori APS
Due buste di latte a lunga conservazione su tre contengono latte straniero all’insaputa dei consumatori perché non è obbligatorio indicare il luogo di mungitura. E’ quanto denuncia la Coldiretti che domenica 1° marzo a partire dalle ore 10,30 nel centro di Torino a piazza Palazzo di Città distribuisce gratuitamente il latte a sostegno di una petizione per l’etichettatura di origine obbligatoria dei prodotti lattiero caseari a partire dal latte a lunga conservazione UHT, come previsto dal disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia.
Nel 2008 in Italia sono stati importati 9 miliardi di chili in equivalente latte tra creme, yogurt, latte, latticelli e formaggi da spacciare spesso come Made in Italy a spese degli allevatori e dei consumatori che spesso, credendo di acquistare un prodotto del territorio, comprano invece un’anonima mozzarella, caciotta o caciocavallo fatti con latte proveniente da chissà dove senza adeguate garanzie né di qualità. L’importazione riguarda prodotti spesso destinati ad essere lavorati o trasformati in Italia per i quali al consumatore viene mantenuta nascosta – sottolinea la Coldiretti – l’indicazione della reale origine che è obbligatoria solo per il latte fresco, ma non per quello a lunga conservazione, per lo yogurt, i latticini o i formaggi.
Una situazione che ha fatto crollare i compensi riconosciuti agli allevatori italiani e peraltro – precisa la Coldiretti – non ha portato alcun vantaggio economico ai cittadini con i prezzi dei prodotti lattiero caseari al consumo che in Italia sono aumentati in misura rilevante nel 2008.
Per il Presidente della Coldiretti Sergio Marini “ in Italia salveremo le stalle da latte solo se avremo una etichetta chiara nel latte a lunga conservazione e nei formaggi per distinguere ciò che è italiano da ciò che è sfacciatamente spacciato come italiano. Una necessità che – conclude Marini – va accompagnata da norme e controlli per azzerare il commercio di latte in nero e latte irregolare che genera concorrenza sleale e incertezze tra i produttori e dalla riduzione della forbice tra prezzi pagati dal consumatori e quelli riconosciuti agli allevatori che la Coldiretti è impegnata a realizzare con il progetto di filiera tutta agricola ed italiana, firmata dagli agricoltori.
Tratto da coldiretti.it