Segnaliamo un nuovo caso di pratica scorretta nelle vendite a domicilio tra Verona e Legnago. Lo schema è sempre lo stesso: nel primo incontro un incaricato si reca presso l’abitazione del malcapitato chiedendo di firmare per ricevuta un modulo contrattuale, che lo farà accedere ad una serie di sconti presso negozi convenzionati o relativi a prodotti per la casa presenti su un catalogo che verrà successivamente consegnato.

Dopo due o tre settimane, un secondo incaricato si reca presso l’abitazione del contraente per effettuare l’ordine. Solo in quel momento la persona scopre di avere sottoscritto un impegno di acquisto di prodotti per la casa (in questo caso per la somma di circa 4000 € da spendere in 60 mesi). L’operatore spiega che purtroppo il termine per recedere è scaduto e consiglia il malcapitato di effettuare un ordine per non incorrere in penali di importo pari all’intera somma pattuita in contratto. Il consumatore, preferendo scegliere il male minore, viene indotto ad effettuare un ordine.

Nel nostro caso la cittadina veronese – assistita dall’avv. Federica Carpi di Adiconsum Legnago – ha scelto uno dei prodotti più economici: un set per il letto al costo di € 2500. L’incaricato, per rassicurare la signora, le ha spiegato che l’importo può essere pagato a rate. Barra quindi la casella di richiesta “finanziamento”, senza dire al consumatore che ne sta richiedendo uno.
Adiconsum è riuscita a risolvere il caso con l’avv. Carpi (Adiconsum Legnago). Ha inviato un reclamo nelle modalità del recesso contrattuale chiedendo l’annullamento dello stesso per vizio del consenso. Ha ottenuto la dichiarazione liberatoria da parte della società.

Se ti è capitato un caso analogo, non esitare a contattarci a verona@adiconsum.it