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Associazione Difesa Consumatori APS
Oggi parliamo degli strumenti che le nostre Amministrazioni Pubbliche usano per fare efficienza energetica. Tutti, o quasi, conoscono il protocollo di Kyoto. In questo protocollo, sottoscritto dall’Italia, ci si impegnava a diminuire le emissioni di gas serra, aumentare la produzione di energia rinnovabile del 20%, e risparmiare energia attraverso l’efficienza energetica un altro 20%. Il tutto entro il 2020.
L’Europa ha attuato tale protocollo attraverso il cosiddetto “Patto dei Sindaci”. In questo patto il Sindaco sottoscrive l’accordo e si impegna a redigere il PAES: Piano di Azione per l’Energia Sostenibile. Per rendere il tutto ancora più difficile viene chiamato spesso SEAP che non è altro che la stessa cosa in Inglese (Sustainable Energy Action Plan).
Il Patto non è obbligatorio e alcuni Sindaci lo sottoscrivono e poi non redigono materialmente il piano, obbligatorio entro un anno dalla sottoscrizione. Averlo per un Comune è però importante, perchè è una discriminanate per ottenere i fondi per l’efficienza energetica che periodicamente lo Stato o la Regione mette a disposizione.
Chiarita questa nebbia terminologica e di prassi andiamo a vedere cosa contiene. Il piano ha una Base Line, ossia un profilo dei consumi del Comune che viene fissato convenzionalmente al 2005, anno del protocollo di Kyoto e da quei consumi si studiano le azioni di intervento per raggiungere i famosi obiettivi 20 20 20 entro il 2020.
Ogni piano quindi contiene:
● I consumi degli edifici Pubblici, di gas , elettricità e di carburante per gli automezzi.
● I consumi dell’edilizia residenziale data da stime in base alla popolazione e ai dati forniti dalle aziende di distribuzione.
● I dati di consumo dell’industria vengono stimati in base alle attività economiche, agricole e industriali.
Dopo che è stato tracciato il profilo si indicano quali sono le azioni da fare e quali risultati si prospettano. Per gli edifici comunali, anche se incidono sui consumi generali del 10% circa, viene fatto un’indagine più approfondita su ogni edificio e, separatamente, su tutta l’illuminazione pubblica. Proprio quest’ultima si rivela essere fonte di grande spreco e viene anche indicata come la prima azione da intraprendere per risparmiare. Questo perchè gli interventi sono numerosi e l’investimento rientra a breve termine.
Questo è il motivo per cui assistiamo a due fatti. Il primo che ci troviamo di fronte ad un attacco da parte di privati che stanno aggredendo le Amministrazioni Pubbliche per aggiudicarsi i lavori di riqualificazione dell’illuminazione pubblica e dall’altra l’obbligo di legge per i Comuni di redigere il Piano dell’illuminazione per il contenimento dell’inquinamento luminoso (PICIL) . Il PICIL è obbligatorio, al contrario del PAES dal 2009, e molti Comuni non ne tengono conto o preferiscono adempiere a questo obbligo affidando il PICIL e relativi interventi a ditte private, perdendo, ancora una volta, una preziosa opportunità per le nostre Amministrazioni Pubbliche sempre più alle prese con problemi di bilancio.
Chi fosse interessato ad approfondire il tema del risparmio energetico si può rivolgere allo Sportello “Energia sotto controllo”, attivo in sede Adiconsum Verona (in Lge Galtarossa, 22/D a Verona) il mercoledì mattina dalle 9:30 a 12:30. Per un eventuale sopralluogo, consulenza o appuntamento contattare il numero dell’Associazione: 045 -8096934.
A cura della dott.ssa Gloria Testoni, consulente energetico indipendente.