Blank TVDove vanno a finire i rifiuti elettronici, indispensabili protagonisti della quotidianità dell’homus tecnologicus degli anni 2000? Per rispondere a questo interrogativo – che rappresenta la sfida ambientale del secolo e svelare dove vanno a finire grandi e piccoli elettrodomestici, apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, strumenti elettrici ed elettronici, giocattoli e apparecchiature per lo sport e il tempo libero, apparecchiature di illuminazione e mediche, strumenti di monitoraggio e di controllo, distributori automatici – si è tenuto oggi [09.06.09] a Milano un convegno organizzato dalla Camera di Commercio dal titolo “Dal silicio al silicio: un manuale e una ricerca demoscopica per la gestione, il recupero e il riciclo dei rifiuti elettronici”.

Secondo i risultati che emergono da una elaborazione della Camera di Commercio sui dati 2008 (riferiti al 2007), a Milano e Provincia nel 2007 sono state smaltite ben oltre 87 mila tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici: di queste, quasi 1.600 tonnellate sono state raccolte direttamente dall’Amministrazione comunale.

Per quanto riguarda la Provincia, i rifiuti ricevuti sono stati rappresentati soprattutto da batterie al piombo (52 mila tonnellate), seguiti da apparecchiature fuori uso non pericolose (9.500 tonnellate).
Quasi tutti i rifiuti (93,77%) che sono trattati negli impianti della Provincia vengono recuperati: lo 0,93%% è sottoposto a trattamento misto e solo il 5,30% viene smaltito.

Nel Comune di Milano, invece, i rifiuti ricevuti sono soprattutto le apparecchiature fuori uso non pericolose (35,6% del totale) e le apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi (17,9%).

Ma cosa si recupera esattamente? Negli impianti della Provincia soprattutto le batterie al piombo
(63,53%), mentre finiscono in quelli comunali le apparecchiature fuori uso non pericolose (51,9%).

Secondo la normativa vigente, per esempio, tutte le imprese che al momento dell’acquisto di apparecchiature elettriche o elettroniche rendono quelle vecchie hanno il diritto di chiedere al produttore di ritirare gratuitamente il rifiuto. E’ stato messo un particolare accento su questa norma, poiché non tutte le imprese sono a conoscenza di questa possibilità, che si traduce in un importante per le aziende che hanno usato questi apparecchi e in indiscutibile vantaggio dal punto di vista ambientale per il cittadino.

“Si tratta di una sfida molto importante per il sistema delle imprese, e di conseguenza per i cittadini, – ha dichiarato Massimo Ferlini, membro di giunta della Camera di Commercio di Milano – per raggiungere in modo efficace ed economicamente sostenibile gli impegnativi obiettivi di riciclaggio e recupero previsti per i rifiuti elettrici ed elettronici. Da parte delle aziende e dei cittadini è necessario infatti un deciso impegno nella raccolta differenziata dei rifiuti tecnologici per aumentare la possibilità di impiegare nuovamente componenti e apparecchi, recuperare i materiali e ridurre gli impatti ambientali”.

di Flora Cappelluti

Tratto da helpconsumatori.it