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AATO Veronese si è recentemente riunita in assemblea dalla quale sono nate le linee di indirizzo da sottoporre al Consiglio Regionale Veneto. L’Autorità, preoccupata dall’attuazione dell’articolo 23 bis della legge 133/2008, prevede un cambiamento significativo nella gestione del servizio idrico.
Fino ad oggi a trattare dell’amministrazione delle risorse idriche nella provincia di Verona, è stata la AATO, l’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale Veronese. Di cosa si occupa e come gestisce l’incarico dunque, questa organizzazione?
Le attività principali della AATO riguardano la definizione dei livelli minimi di qualità del servizio acquedotto, fognatura e depurazione e il coordinamento del piano degli interventi strutturali, per garantire a tutta la popolazione le stesse condizioni nelle prestazioni in materia di acqua.
L’AATO sceglie i gestori del servizio idrico integrato, premurandosi che tali gestori rispettino le condizioni contrattuali stipulate; fa una continua revisione del piano degli interventi e programma le opere pubbliche di interesse regionale.
Per entrare più nello specifico, l’ AATO ha affidato l’organizzazione della mansione idrica alle società Acque Veronesi Scart e all’Azienda Gardesana Servizi Spa. Con queste associazioni è stato stipulato un contratto in house, cioè in affidamento .La scadenza originale dei contratti conclusi con tali società era fissata per il 16 febbraio del 2031.
Questi consorzi avevano già iniziato ad organizzare le loro attività, anche per quel che riguarda il reperimento delle risorse finanziare necessarie alla gestione del servizio, basandosi sulla originale fine dell’accordo. Era cioè già iniziata una programmazione organizzativa a lungo termine, la quale sarà messa in discussione dalla novità legislativa.
Tale legge, in sostanza, stabilisce che di fatto l’AATO non esisterà più e che i suoi atti saranno nulli a far data dal 1 gennaio 2011. Gli accordi firmati con le due società di gestione termineranno con la fine del 2011, creando così una situazione di stallo gestionale e istituzionale.
Fino ad oggi l’amministrazione del servizio da parte della AATO è stata rivolta verso la ricerca della qualità del servizio. L’Autorità d’Ambito ha sempre dichiarato di non mirare ad un guadagno e di riversare gli eventuali risparmi gestionali sul miglioramento e manutenzione delle reti idriche.
Acque Veronesi e Azienda Gardesana sono infatti società per azioni a capitale pubblico, il cui principale scopo non è il guadagno. La legge 23 bis in questione è invece rivolta alla privatizzazione del servizio, comportando cosi l’ingresso nella conduzione della gestione idrica di istituzioni che vogliono trarre un profitto dalla loro attività. Ciò comporta cioè che il fatturato non sarà zero, ma dovrà essere in attivo, con conseguente necessità di maggiori ricavi e minori investimenti. I risparmi gestionali non saranno quindi reinvestiti per il miglioramento e il mantenimento delle infrastrutture e degli incarichi inerenti, ma costituiranno semplicemente una fonte di guadagno. Più tassazioni e meno manutenzione insomma.
Preoccupata per le novità legislative, AATO ha organizzato un’assemblea da cui è emersa una delibera indirizzata alla Giunta Regionale Veneta. L’ AATO proclama nella delibera che l’acqua è un bene comune indispensabile per la vita e che deve essere messo a disposizione di tutti gli esseri umani con interessi solidali; ritiene poi che tale gestione non debba costituire una attività che produce guadagni in favore delle amministrazioni locali, ma debba essere incentrata verso l’interesse pubblico, lontano quindi da logiche di mercificazione.
Ciò che sostiene la AATO è quindi che la nuova legge non è rivolta al bene del cittadino e che creerà una speculazione su un servizio di interesse comune. Vorrebbe dunque il mantenimento degli attuali affidamenti in house. Il desiderio che rivolge alla Giunta regionale è che possa proseguire la realizzazione degli investimenti già previsti e che ci si mobiliti per la creazione di un “modello veneto” di conduzione delle attività pubbliche locali, con particolare riferimento alla gestione del servizio idrico integrato. Necessariamente tale modello dovrebbe essere conforme alle occorrenze e alle esigenze del territorio, della sua popolazione e delle sue imprese.
Daniele Padovani