Nuova importante vittoria per i consumatori nel contrasto alle frodi bancarie digitali. Il Tribunale di Verona ha condannato BNL a rimborsare 11.200 euro sottratti a due risparmiatori veronesi tramite un sofisticato attacco di phishing avvenuto alla fine del 2022.

Si tratta di una pronuncia di grande rilievo, perché conferma un principio fondamentale: quando il cliente non compie azioni imprudenti né comunica codici sensibili, il rischio della frode ricade sulla banca, che è responsabile del malfunzionamento dei propri sistemi di sicurezza.

Cosa era successo

A fine 2022 – in un periodo in cui le truffe tramite SMS “civetta” stavano crescendo rapidamente – i due correntisti BNL avevano ricevuto un messaggio apparentemente autentico, perfettamente in linea con quelli inviati normalmente dalla banca.

Pur non avendo mai comunicato codici, i due clienti si sono ritrovati un bonifico non autorizzato da 11.200 euro eseguito verso un beneficiario sconosciuto.

BNL aveva rifiutato il rimborso, sostenendo che l’operazione fosse stata eseguita correttamente e attribuendo ai clienti una presunta “colpa grave”.
Una valutazione che il Tribunale non ha condiviso.

Cosa ha deciso il Tribunale

Il Giudice ha stabilito che:

  • la banca non è stata in grado di dimostrare in modo completo e verificabile il corretto utilizzo dell’autenticazione forte (SCA – Strong Customer Authentication), obbligatoria per legge;
  • non è stato possibile accertare la corretta attivazione del dispositivo di sicurezza (“smartOTP”) utilizzato per autorizzare l’operazione;
  • i clienti non hanno tenuto alcun comportamento negligente;
  • in base alla normativa europea PSD2, in assenza di prova puntuale dell’autenticazione forte, la banca è responsabile del danno.

Il Tribunale ha quindi accolto integralmente le richieste dei due cittadini – assistiti dagli avvocati Iacopo Cera e Silvia Caucchioli – ordinando a BNL di restituire l’intero importo sottratto.

Un importante precedente per tutti i consumatori

Questa decisione si inserisce in un quadro nazionale in cui le truffe digitali sono sempre più sofisticate e difficili da riconoscere, anche per utenti esperti.
Il Tribunale ha ribadito che:

  • anche quando l’SMS sembra autentico,
  • anche quando il cliente non compie alcuna azione rischiosa,
  • anche quando la banca sostiene di aver seguito la procedura,

la responsabilità resta dell’istituto di credito se non è in grado di provare il funzionamento corretto di tutti i sistemi di sicurezza.

Un principio fondamentale per tutelare i risparmiatori, soprattutto alla luce dei numerosi attacchi di phishing che stanno colpendo anche i correntisti ING nelle ultime settimane.

Se anche tu hai subìto un bonifico non autorizzato

Adiconsum Verona può assisterti nella contestazione e nella richiesta di rimborso.

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