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Associazione Difesa Consumatori APS
Troppe indicazioni sulla vita privata dei cittadini: dalle abitudini quotidiane ai luoghi di soggiorno, dagli spostamenti alle attività svolte, dalle relazioni sociali agli ambienti frequentati.
Questo ed altro ancora si può evincere dai dati di traffico telefonico e telematico usati da una persona. Una vera e propria ingerenza nella sfera privata dei cittadini.
Per questo la Corte di Giustizia europea ha dichiarato invalida la Direttiva sulla conservazione di tali dati da parte dei gestori telefonici.
Sin dalla sua emanazione, la Direttiva europea sulla conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico da parte dei gestori telefonici, aveva acceso un ampio dibattito sulla legittimità di tale pratica.
Il Garante della privacy italiano si era espresso in maniera non favorevole, rilevando che “i dati di traffico non sono informazioni neutre, ma rivelano molto della nostra vita privata”. La conservazione di tali dati per lunghi periodi, per il Garante, espone i cittadini “a grandi rischi”.
Per non parlare della mancata informazione al consumatore e dell’accesso ai tali dati consentito anche alle autorità nazionali di altri Paesi. La Corte di Giustizia europea ha in tal senso censurato anche la mancata imposizione della conservazione dei dati sul territorio dell’Unione europea.
Non ci resta che attendere una revisione della Direttiva.