Ci risiamo. Anche quest’anno, nonostante le iscrizioni siano avvenute online, le scuole non hanno mancato di richiedere alle famiglie degli studenti il pagamento del c.d. , i cui importi si aggirano tra i 150 e i 300 euro.

Inaccettabili e soprattutto illegittime le risposte date dai presidi ai genitori sul contributo volontario ai microfoni de “Le Iene” – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – facendo credere che le decisioni del Consiglio d’Istituto valgono più delle circolari del Ministero dell’Istruzione. Come pure inaccettabili sono le “minacce” rivolte ai giovani in classe e alle loro famiglie sulle conseguenze del non versamento dell’erogazione. Ricordiamo che la nostra Costituzione assicura il diritto allo studio e che il mancato pagamento del contributo non pregiudica in alcun modo l’iscrizione e la frequenza dei giovani a . Questa è assicurata solo dal versamento della tassa (questa sì) d’iscrizione allo Stato.

È vero che nell’ambito dell’autonomia scolastica – prosegue Giordanole scuole hanno la possibilità di richiedere alle famiglie il pagamento di un contributo per l’arricchimento dell’offerta formativa, o a sostegno dell’attività di laboratorio, ecc.., ma è anche vero che, come recita la circolare del Ministero dell’Istruzione, trattasi sempre e comunque di “erogazioni liberali” cioè volontarie e non di tasse o contributi obbligatori. Pertanto invitiamo le scuole a formulare la richiesta in maniera corretta.

Consigli di Adiconsum alla famiglie su cosa fare:

·       richiedere, all’atto dell’iscrizione a scuola, l’indicazione dettagliata delle spese che dovranno sostenere per la realizzazione delle attività inserite nel POF, a quale cifra ammonta il “contributo volontario” e quali spese copre;

·       in caso di versamento del contributo, apporre sulla causale del bollettino la dicitura “erogazione liberale” per innovazione tecnologica oppure ampliamento dell’offerta formativa o edilizia scolastica”, in modo da detrarre la spesa sostenuta dalla Dichiarazione dei redditi;

·       in caso di versamento del contributo integrale o parziale, pretendere di ricevere la rendicontazione di come sono stati spesi i soldi con la specifica dei costi e delle attività introdotte ex novo o implementate;

·       In caso di “minacce” o comunque di richieste aggressive che paventano  il ricorso anche a società di recupero crediti, interessare le autorità giudiziarie e, nel caso in cui tali richieste avvengano in presenza di altre persone, il Garante per la privacy.

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