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Associazione Difesa Consumatori APS
Perché le aziende telefoniche sono passate da una fatturazione a cadenza mensile ad una a 28 giorni? E perché nonostante la Delibera 121717/CONS dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni la vieti per la telefonia fissa, le aziende telefoniche continuano ad applicarla?
Queste sono le domande che tantissimi consumatori sia attraverso il call center Adiconsum 800 894191 che la nostra pagina facebook ci rivolgono ogni giorno.
Quello che molti consumatori non sanno – dichiara Carlo De Masi, Presidente di Adiconsum nazionale – è che la Delibera 121/17/CONS che prevede, almeno per quello che riguarda la telefonia fissa, il ritorno ad una cadenza a 1 mese, è stata impugnata dalle aziende telefoniche innanzi al Tar che si pronuncerà a febbraio 2018. Nel frattempo le aziende, ignorando la Delibera, stanno continuando ad applicare la fatturazione a 28 giorni.
La fatturazione a 28 giorni invece che a 1 mese, come da noi denunciato anche in sede di consultazione per la stesura della Delibera 121/17/CONS – dichiara Mauro Vergari, responsabile Tlc di Adiconsum – sta comportando per i consumatori un aumento dei costi dell’8,6% nel passaggio da 12 a 13 mensilità, una vessatorietà nell’esercizio del diritto di recesso in quei contratti dove esiste il vincolo di permanenza per un certo periodo di tempo con la medesima azienda, ma soprattutto l’incertezza del giorno del pagamento o del prelievo in caso di RID bancario, che con la cadenza a 4 settimane slitta di mese in mese, andando ad incidere sui bilanci già in crisi delle famiglie italiane, esponendole al rischio di andare in rosso, aggiungendo ai costi della bolletta anche quelli della commissione di massimo scoperto applicati dalla banca.
Per Adiconsum – conclude De Masi – occorre un intervento legislativo urgente che disciplini con chiarezza i tempi minimi di fatturazione e che rafforzi gli strumenti sanzionatori delle Authority che attualmente sono inefficaci nei confronti delle aziende, che continuano a danneggiare i consumatori. Il rischio è che tutto il mercato dei servizi in abbonamento si adegui alla cadenza a 28 gg. L’annuncio di Sky è solo un primo esempio.