Fai valere i tuoi diritti!
Associazione Difesa Consumatori APS
In un periodo di profonda crisi come quella che stiamo attraversando con un’elevata disoccupazione giovanile trovano terreno fertile coloro che lucrano a danno dei giovani e del loro diritto a trovare un lavoro. Un’indagine condotta da Adiconsum e Movimento difesa del cittadino, nell’ambito del progetto “Lavoro sicuro“, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha riscontrato ben 12 tipologie di frodi e pratiche commerciali scorrette perpetrate a danno dei giovani in cerca di lavoro o di offerte formative/aggiornamenti professionali, convinti che una maggiore preparazione aumenti le probabilità di trovare un’occupazione.
Le 12 tipologie di frodi comprendono: il lavoro a domicilio, le vendite porta a porta, i servizi telefonici a pagamento, le iscrizioni alle banche dati, i corsi di formazione, le borse di studio, la realizzazione di book fotografici, le associazioni in partecipazione, i falsi periodi di prova, il trasferimento di denaro, le catene di S. Antonio e il marketing piramidale, i documenti da firmare.
Comuni denominatori di queste truffe: false promesse di lavoro dietro esborso di denaro o corsi di formazione di scarsa qualità pubblicizzati come gratuiti salvo poi la richiesta del versamento di somme per il proseguimento delle lezioni.
A fronte della casistica raccolta e dell’analisi effettuata, Adiconsum e Movimento difesa del cittadino hanno messo a punto un Decalogo per i giovani in cerca di un’occupazione su come riconoscere e come difendersi dal falsi annunci di lavoro.
Le frodi perpetrate ai danni dei giovani in cerca di lavoro presentano risvolti psicologici e sociali particolarmente gravi – denunciano Pietro Giordano, Segretario generale Adiconsum e Antonio Longo, presidente di Movimento Difesa del cittadino – A livello personale, esse producono nelle vittime un abbassamento della propria autostima, a livello sociale, minano la fiducia e le aspirazioni dei giovani che vedano nel lavoro non solo uno strumento di realizzazione personale, ma anche di contributo dato alla società civile e al Paese tutto.
Quest’indagine – proseguono Giordano e Longo – non vuole rimanere una mera casistica del fenomeno. Essa verrà sottoposta alla riflessione dei decision makers, degli operatori economici del settore e delle istituzioni competenti. Se tutti offrissero anche soltanto un supporto alla visibilità di questo tema, si potrebbe abbattere il numero delle giovani vittime che ogni anno incappano in truffatori privi di scrupoli.
IL DECALOGO
1. Ricordate che le aziende affidabili non nascondono nulla: descrivono subito il lavoro offerto, i requisiti richiesti e il compenso. Fanno leggere e firmare un contratto prima di iniziare qualsiasi sorta di attività.
2. Ricordate che una società seria che vi offre un’occupazione (in ufficio o da casa), vorrà certamente vedere prima il vostro curriculum vitae e le vostre referenze.
3. Ricordate che quando un’offerta sembra troppo bella per essere vera, probabilmente è falsa.
4. Diffidate delle aziende che non indicano la propria ragione sociale e partita Iva.
5. Effettuate ricerche online – ad esempio nel Registro Imprese della Camera di Commercio o sul sito dell’Agenzia dell’Entrate – per verificare l’affidabilità dell’azienda proponente.
6. Diffidate delle aziende che vi chiedono contributi economici per poter avviare il rapporto di lavoro.
7. Non acquistate kit o materiali di qualsiasi tipo necessari per l’avvio di un’attività a domicilio.
8. Diffidate di chi vi chiede di fornire dati personali, indirizzi e-mail e recapiti telefonici con la promessa di ricontattarvi: spesso si tratta soltanto di catene di Sant’Antonio.
9. Prendetevi sempre tutto il tempo necessario per riflettere e verificare la validità e l’autenticità dell’offerta. Diffidate di chi ha fretta di farvi concludere.
10. Non iscrivetevi a corsi o training di avviamento al lavoro a vostre spese. Di solito è l’azienda che assume a farsi carico delle spese per la formazione dei dipendenti. Nei rari casi in cui il corso viene addebitato al lavoratore, il corrispettivo non deve essere anticipato, ma verrà detratto dal primo stipendio.
Leggi la Guida: Lavoro sicuro pieghevole (.pdf)