L’Unione Europea ha approvato il regolamento n. 61/2011 relativo alle caratteristiche degli oli di oliva che di fatto legittima il finto olio extravergine. Bruxelles, su pressione delle lobby multinazionali, ha ammesso un tipo di lavorazione dell’olio di oliva che permette di innalzare i limiti massimi di alchil esteri, i composti chimici caratteristici dei prodotti di bassa qualità.

In sostanza l’olio di oliva deodorato è un prodotto che in qualità ed in valore economico è tre volte inferiore a quello etichettato come extravergine. In cosa consiste la deodorazione dell’olio? E’ un’operazione di rettifica di olio non commestibile, di scarsa qualità, in un olio d’oliva privo di difetti ma che, per legge, non può più essere venduto con la dicitura extravergine.

Dal 1 aprile troveremo sugli scaffali dei supermercati oli che, invece di contener massimo 30 mg/Kg di alchil esteri, ne conterranno sino a 150 mg/kg. Naturalmente il costo di questi prodotti sarà nettamente inferiore all’olio extravergine che per essere tale non può avere un prezzo inferiore a 6 euro/Litro.

L’insidia è presente anche in etichetta. Questi nuovi oli non dovranno riportare nelle informazioni al consumatore alcune riferimento al metodo di lavorazione.

Tale regolamento fa discutere soprattutto alla luce dei recenti sequestri svolti dal Nucleo agroalimentare forestale di Roma che ha bloccato la vendita di grandi quantità di oli deodorati per un valore di circa 4 milioni di euro.

Insomma un copione già visto per la pasta e il cioccolato e che ora si ripete per l’olio di oliva con buona pace del prodotto alimentare italiano di qualità. Quand’è che l’Italia proteggerà le sue produzioni?

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