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Si ritorna sulla vicenda delle protesi mammarie fabbricate dalla ditta francese Poly Implant Prothese (PIP) per un breve aggiornamento.
Lo scorso mese di febbraio è stato sancito dalla Conferenza per i rapporti permanenti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano un accordo con cui sono state approvate le “Linee guida di carattere clinico ed organizzativo per la gestione clinica dei casi di persone portatrici di protesi mammaria/e prodotta/e dalla ditta Poly Implant Prothèse (P.I.P.)”.
Tali linee guida si uniformano ai contenuti del parere espresso dal Consiglio superiore di sanità il 22 dicembre 2011, con il quale era stato precisato che ad oggi non vi sarebbero prove di una relazione tra impianto di protesi PIP al Silicone e tumore, ma che tali protesi presentano un’alto livello di fragilità ed il gel Pip avrebbe un potere irritante maggiore rispetto ad altri gel utilizzati.
La Conferenza per i rapporti permanenti, tra l’altro, ha riconosciuto la rilevanza delle conseguenze di natura psicologica sulle portatrici delle protesi PIP, garantendo un adeguato supporto psicologico.
L’accordo prevede inoltre che “le prestazioni erogate in applicazione alle linee guida sono da intendersi ricomprese nei livelli essenziali di assistenza di cui al DPCM 29 novembre 2001 quando erogate dai centri individuati dalle Regioni, limitatamente all’ambito delle indicazioni cliniche” espresse dal chirurgo caso per caso.
Con l’Ordinanza del 5 marzo 2012, il Ministero della Salute ha disposto, in attuazione alle disposizioni contenute nelle linee guida, che le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano individuino i centri di riferimento per la realizzazione del programma previsto dalle Linee Guida e che le strutture ospedaliere e ambulatoriali pubbliche e private accreditate o comunque autorizzate che hanno effettuato interventi di impianto di protesi mammarie P.I.P., comunichino alle ASL di competenza il numero delle persone richiamate per l’esecuzione dei controlli clinici sulle protesi, la data degli interventi di espianto e di reimpianto per la sostituzione di protesi mammarie P.I.P.
Tutte le informazioni così raccolte dovranno essere inviate al Ministero per quanto di competenza.
Alla luce di tali ultime novità, il Ministero ha confermato in pieno quanto già stabilito nel parere dello scorso dicembre anche evidentemente in relazione al rimborso delle spese per gli interventi di espianto e di sostituzione delle protesi che verranno eseguiti presso le strutture pubbliche o accreditate, sulla base di un’indicazione clinica specifica.
Avv. Sandra Antico
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