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Associazione Difesa Consumatori APS
La “megatruffa” scoperta dalla Guardia di Finanza del Comando di Verona ha portato al sequestro di oltre 700 mila tonnellate di prodotti alimentari falsamente etichettati come biologici. L’operazione, denominata «Gatto con gli stivali», è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Verona. Sebbene al momento non si parli di minaccia per la salute dei consumatori, la frode, a causa delle sue inaudite dimensioni, è comunque gravissima. Secondo le indagini, sarebbe stata immessa sul mercato una quantità di prodotti falsamente biologici che corrispondono al 10 per cento dell’intero mercato nazionale.
L’operazione condotta dai militari di Verona – ha dichiarato Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – merita sicuramente il plauso dei consumatori e degli operatori onesti della filiera del biologico, ma dimostra come il fenomeno della contraffazione continui a prosperare sia all’interno che all’esterno dei nostri confini nazionali.
Ora chiediamo che si faccia chiarezza fino in fondo – ha proseguito Davide Cecchinato, Segretario Generale Adiconsum Verona – e che ai consumatori si faccia sapere chi intratteneva rapporti commerciali con le sei persone fermate. Soltanto la conoscenza dei canali di vendita cui era destinata la merce sequestrata, infatti, può evitare che ora la prevedibile sfiducia dei consumatori possa mettere in crisi l’intero settore.
Per approfondimenti:
da larena.it, Sette gli arrestati, tre i veronesi per la truffa sui prodotti biologici
Dall’esame di tutti i documenti che interessavano le ditte coinvolte si è accertato che il volume di prodotti con falsa certificazione biologica è meno del 2,5% di quello prospettato dalla GdF, che si riferisce all’intera quantità registrata dalle ditte indagate, che risulta perdipiù frutto anche di fatturazione fittizia: non a caso agli arrestati vengono addebitati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture e altri documenti inesistenti, la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Anche il valore dei prodotti accompagnati da certificati falsificati è nettamente inferiore a quello stimato la settimana scorsa: applicando le quotazioni di mercato odierne, arriviamo a fatica a 5 milioni di Euro (contro i 220 milioni di cui s’era parlato: anch’essi sono riferiti al
volume d’affari complessivo delle società coinvolte, sempre gonfiato da operazioni inesistenti).
È stato anche accertato che la frode si è protratta da ottobre 2007 ad agosto 2008 e ha riguardato esclusivamente orzo, mais e soia per mangimi, girasole, farro, 2 partite di frumento e delle mele da purea.
Il perimetro della frode (che innegabilmente c’è stata, ma si palesa più come “frode fiscale” che come “frode biologica”), va assai ridimensionato.
Ciò non basta a rasserenare le 47.658 aziende perbene e le oltre 300.000 persone che lavorano nel settore biologico italiano (che sono parte lesa e attraverso le loro organizzazioni stanno costituendosi parte civile nel processo), ma dà almeno la dimensione corretta.