Risparmiare sulla spesa del carburante dell’auto mentre si aiuta l’ambiente? Si può ed è anche molto facile.

Lo spiega la “Guida sul risparmio dei carburanti e sulle emissioni di anidride carbonica delle autovetture 2013” (.pdf). Il vademecum, frutto del lavoro congiunto dei Ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e delle Infrastrutture e dei trasporti, ha lo scopo di informare sulle modalitĂ  di ecodriving ed è correlato da una classifica dell’impatto ambientale delle automobili in commercio.

Le migliori auto, secondo lo studio, sono: Toyota Prius Plug-in (49 grammi di anidride carbonica per chilometro percorso), Yaris Hybrid (79) e Auris Hsd (84). Tra le ibride a gasolio al primo posto c’è la Volvo V60 Plug In Hybrid (48 g/km di CO2), seguita da Renault Clio (83) e Twingo (85) equipaggiate con il 1.5 dCi. La Kia Picanto è la meno inquinante delle auto a e a benzina, mentre la Fiat Panda è la migliore per benzina e metano.

Il principale gas serra prodotto dalle attivitĂ  umane è la CO2, l’anidride carbonica, che rappresenta il 75% circa delle emissioni mondiali di gas serra. La principale sorgente di anidride carbonica è la combustione dei combustibili fossili: carbone, petrolio e gas naturale. Una guida intelligente ed una corretta manutenzione dell’autovettura consentono di ridurre i e le emissioni di CO2 del 10-15 % migliorando anche la sicurezza sulla strada.

Ecco il decalogo:

1. Accelerare gradualmente;

2. Inserire al piĂą presto la marcia superiore;

3. Mantenere una velocitĂ  moderata e il piĂą possibile uniforme;

4. Guidare in modo attento e morbido evitando brusche frenate e cambi di marcia inutili;

5. Decelerare gradualmente rilasciando il pedale dell’acceleratore e tenendo la marcia innestata;

6. Spegnere il motore quando si può, ma solo a veicolo fermo;

7. Mantenere la pressione di gonfiaggio degli pneumatici entro i valori raccomandati;

8. Rimuovere porta-sci o portapacchi subito dopo l’uso e trasportare nel bagagliaio solo gli oggetti indispensabili mantenendo il veicolo, per quanto possibile, nel proprio stato originale;

9. Utilizzare i dispositivi elettrici solo per il tempo necessario;

10. Limitare l’uso del climatizzatore.

La Guida prosegue sottolineando come sia fondamentale tenere sotto controllo lo stato dell’autovettura e l’importanza della sua manutenzione periodica. Un sondaggio del Centro Studi del – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa – ha però riscontrato come la disponibilitĂ  di spesa massima di manutenzione dell’auto sia calata per il 30% degli intervistati. Molti di loro hanno cambiato le loro abitudini in materia di riparazioni e manutenzione: il 31%, per esempio, non porta la macchina a riparare in caso di ammaccature alla carrozzeria. Il 25% dei proprietari di macchine sono piĂą attenti alle condizioni della loro auto perchĂ© non possono permettersi di cambiarla. In questo periodo di crisi economica, l’Italia si attesta comunque avanti rispetto alla media europea (51%) sul numero di auto in circolazione: i numeri parlano di ben 61 auto ogni 100 abitanti. Al di sopra di Germania, con il 52%, Gran Bretagna al 50% e Francia e Spagna entrambe al 48%.

Dal sondaggio di Cna emerge anche una vasta propensione a orientarsi verso il Gpl. Il 61% degli interpellati ha affermato di aver pensato di passare all’alimentazione a gas. Attualmente solo il 9% delle automobili è a gas, di cui il 32% lo è diventata a seguito di riconversione. La motivazione per piĂą del 70% dei casi è il risparmio sul rifornimento. La percentuale è molto minore per chi fornisce come motivazione principale il minore impatto ambientale del gas rispetto a benzina e gasolio.

Il risparmio sul carburante dovrebbe passare anche dal miglioramento della trasparenza dei prezzi. Del 2007 è il decreto sulle liberalizzazioni che conteneva l’introduzione in autostrada di pannelli elettronici recanti l’indicazione di qual è, tra le stazioni di servizio, la pompa di carburante piĂą conveniente. I gestori dovrebbero segnalare i loro prezzi, in modo tale che gli automobilisti abbiano una chiara indicazione su dove fermarsi per spendere meno col rifornimento. Ma dopo sei anni e due decreti del 2013 che impongono una maggiore trasparenza i risultati non si fanno ancora vedere. I “benza-cartelloni” sulle autostrade italiane risultano essere, secondo una recente verifica, pochi e incompleti, quando non addirittura spenti. Il problema sembra essere che ai gestori non vengono imposti controlli e sanzioni adeguati.

Per approfondire:

“Guida 2013 sul risparmio dei carburanti e sulle emissioni di anidride carbonica delle autovetture” (.pdf)

Sondaggio del Centro Studi del Cna