deve pagare il rendimento indicato sul retro del buono fruttifero. Lo rende noto Adiconsum Verona nell’avvisare i possessori di fruttiferi serie Q/P scaduti nel 2017 o in scadenza nel 2018 di controllare i calcoli di Poste Italiane. La società postale, infatti, non riconosce pienamente i rendimenti indicati sul retro dei buoni, in particolare, con riferimento agli ultimi 10 anni. «Le decisioni dell’Arbitro Bancario Finanziario – evidenzia Silvia Caucchioli, avvocato di Adiconsum Verona – danno ragione ai cittadini e riconoscono il valore di quanto scritto sul buono. Abbiamo già concluso positivamente casi simili a consumatori veronesi. Consigliamo quindi i possessori di tali titoli a chiedere ulteriori informazioni anche alla nostra Associazione per tutelare i loro diritti e non fermarsi al calcolo delle Poste».

Con decisione del 13 settembre 2018 il Collegio di Milano dell’Arbitro ha riconosciuto le ragioni di una cittadina veronese in possesso di tre buoni della serie P con timbro apposto serie Q/P poiché Poste Italiane non voleva riconoscere gli maggiori per il periodo compreso tra 21° e il 30° anno.

Nella tabella stampata a tergo dei buoni si legge “L. 258.150 per ogni successivo bimestre maturato fino al 31 dicembre del 30° anno solare successivo a quello di emissione” (per quello da un milione di Lire), e per il terzo (quello da due milioni di Lire): “L. 516.300 per ogni successivo bimestre maturato fino al 31 dicembre del 30° anno solare successivo a quello di emissione”. Pertanto, il Collegio ritiene che, deve essere riconosciuto dal 21° al 30° anno il rendimento stampato originariamente a tergo del titolo (a seconda dei casi: L. 258.150 o L. 516.300 per ogni successivo bimestre).

In definitiva, per quanto concerne i tre buoni serie Q/P i cittadini hanno diritto ad ottenere l’applicazione delle condizioni riportate sul retro dei buoni.