Il cd “Decreto aiuti” pubblicato lo scorso 17 maggio in Gazzetta Ufficiale, tra le altre misure ha previsto anche un “sostegno alle famiglie per la fruizione dei servizi di trasporto pubblico” (art.35). In cosa consiste?

Un buono di 60 euro per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale, interregionale e nazionale.
Il buono può essere richiesto da studenti e lavoratori che nel 2021 hanno conseguito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro, quindi non solo da lavoro o pensione. In pratica bisogna far riferimento all’importo che risulterà dal Mod 730 che si presenta in questi giorni.

Il buono è nominativo, utilizzabile per l’acquisto di un solo abbonamento e non cedibile a terzi. Inoltre non costituisce reddito imponibile per il beneficiario e non rientra nel calcolo ISEE.
Attenzione, se in famiglia vengono acquistati due abbonamenti (ad es. per i figli) è possibile richiedere due però è necessario fare due domande distinte.

Il decreto aiuti ha previsto per questo buono un importo pari a 79 milioni di euro, per questo motivo le domande saranno accettate in ordine cronologico fino all’esaurimento dello stanziamento.
Per le modalità operative bisognerà attendere un apposito decreto attuativo che sarà emanato dal Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del Decreto Aiuti in Gazzetta Ufficiale, quindi per metà luglio.

Quindi se dovete acquistare un abbonamento, prima che sia emanato il decreto attuativo, vi consigliamo di pagare con un mezzo tracciabile (ad es. il bancomat) e conservare eventuali documenti che ne attestino la sottoscrizione.

Ricordiamo che se l’importo dell’abbonamento è superiore ai 60 euro oppure non si ne ha diritto, si può sempre ricorrere, in sede di dichiarazione dei redditi il prossimo anno, alla detrazione del 19% con un limite massimo di 250 euro. L’agevolazione riguarda sia le spese sostenute direttamente, sia per conto dei familiari fiscalmente a carico.

A cura di Ivano Daelli