L’ torna a correre anche a VeronaL’aumento tendenziale (anno su anno) dei nel capoluogo scaligero è pari al 2,8% in più rispetto lo stesso mese dell’anno precedente. Il dato è di poco superiore a quello nazionale che ha registrato un aumento del 2,7%. Secondo le stime provvisorie diffuse dall’Istat, la variazione mensile nella nostra città è stata, per contro, solo dello 0,6%. E quindi su base mensile la crescita dei listini è decisamente più moderata.

A Verona, tra i vari capitoli, aumentano sensibilmente negli ultimi trenta giorni  solo i servizi ricettivi e di ristorazione che hanno registrato la più alta variazione mensile pari al 3,5%.

Il costo della vita nel capoluogo scaligero è di sicuro meno alto di Milano che ha registrato un aumento tendenziale molto forte, pari al 3,4%, quasi un punto in più rispetto alla media nazionale Istat. Ma come si può evincere dalla raffronto dei dati (vedi tabella sotto) alcuni aumenti a Verona sono stati più considerevoli rispetto a quelli registrati su base annua nel capoluogo lombardo. E’ il caso ad esempio del capitolo relativo a “Abitazioni ed Energia” e “Abbigliamento”.

Il a Milano Verona
Ristorazione e servizi ricettivi 6,90% 4,60%
Trasporti 6,30% 6,40%
Alimentari 4,50% 3,00%
Abitazione ed Energia 4,20% 4,70%
Mobili e servizi per la casa 2,20% 1,00%
Spese per la salute 2,00% -0,80%
Istruzione 1,20% 0,50%
Abbigliamento 0,80% 1,40%

Il quadro dei prezzi si aggrava inoltre per la previsione di nuovi rincari. Dal 1 luglio la bolletta elettrica aumenta dell’1,9%, pari ad 8 euro in più l’anno a famiglia, che si vanno ad aggiungere ai 16,5 euro del precedente trimestre, per un totale di 24,5 euro in più in soli 6 mesi. Ancora una volta la bolletta energetica aumenta per pagare le speculazioni sugli incentivi al fotovoltaico. Su 58 euro l’anno di oneri di sistema, ben 32 euro l’anno sono dovuti al conto energia, e sono destinati ad aumentare.

La bolletta energetica delle famiglie italiane è aggravata da un ulteriore aumento quello del 4,2% del gas, pari a 44 euro l’anno in più, che sommandosi ai 21 euro del precedente trimestre. Nel settore gas continuano a pesare le forti diseconomie legate alla scarsa concorrenza e al ritardato sviluppo delle infrastrutture, quali rigassificatori e stoccaggi che non permettono di approfittare delle positive novità del mercato del gas internazionale.

In tema di prezzi la notizia positiva arriva, invece, dal crollo del mercato dei cereali. Il Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti, con il rapporto sulle semine, ha fugato le preoccupazioni circa la penuria delle scorte comportando la diminuzione del prezzo del mais del 10%. Anche le quotazioni del frumento sono andate in picchiata  con un calo del 8,8% negli Stati Uniti e del 7,6% in Europa. I motivi sono legati alla presenza di scorte molte più alte del previsto e a raccolti che non hanno risentito troppo delle avverse condizioni atmosferiche.

Insomma se i veronesi pagherenno di più il pane non sarà di certo per il costo della materia prima ma per i costi legati alla produzione dei prodotti da forno per gli aumenti dell’ energia elettrica e gas.