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Associazione Difesa Consumatori APS
Una storia incredibile quella raccontataci, oggi, da un nostro concittadino che ha subito una truffa che gli ha prosciugato il conto corrente.
Il 19 giugno scorso il nostro socio, mentre si trovava in vacanza in Alto Adige, riceveva sul telefonino un messaggio di sicurezza da quella che sembrava essere la propria Banca. Nel testo c’era scritto che di lì a breve sarebbe stato ricontattato telefonicamente da un operatore per la verifica delle informazioni di accesso all’home banking.
Come preannunciato via sms, il socio riceveva quindi una chiamata con un numero di telefono molto simile a quello del servizio clienti della Banca (differente solo perché preceduto dal prefisso +39). Un operatore gli spiegava così che c’erano stati dei tentativi di intrusione al suo account e, conseguentemente, era necessario verificare i dispositivi con i quali si collegava all’area riservata del sito. Per questo motivo, precisava il sedicente incaricato della Banca, sarebbe stato inviato immediatamente via messaggio un codice di sicurezza.
Non appena il codice sarebbe arrivato, aggiungeva l’operatore, avrebbe dovuto comunicarglielo immediatamente. Così il socio fece, nonostante avesse precisato ripetutamente all’interlocutore che non aveva rilevato alcuna anomalia o operazione sospetta sul suo conto on line. Anomalia che invece si verificò dopo la conclusione dell’infausta telefonata. Inspiegabilmente, dopo la presunta operazione di verifica, l’home banking del socio smetteva di funzionare e risultava così bloccato. Solo il giorno seguente il cittadino, recandosi allo sportello bancomat per verificare il saldo, faceva la triste scoperta che il conto corrente era stato prosciugato con ben due diversi ordini di bonifici verso una Banca svizzera per l’ammontare totale di €.19.000,00.
I fatti di cui sopra comprovano il grado di raffinatezza delle strategie criminali per sottrarre le somme dai conti correnti dei clienti. E’ necessario, pertanto, essere molto accorti ed evitare di comunicare a chiunque informazioni riservate. Quanto successo comprova, inoltre, come i sistemi di sicurezza degli istituti di credito non sempre sono efficaci e che, talvolta, inspiegabilmente i malintenzionati ottengono informazioni riservate. Non ci si capacita come, nel caso in questione, il nominativo, il numero di cellulare del cliente e altri dettagli utili per perpetrare la truffa siano finiti nelle mani sbagliate.
In ipotesi simili è necessario denunciare il raggiro alle Autorità ed inoltrare reclamo alla Banca che è responsabile, salvo la prova della colpa del cliente, del danno cagionato. In caso di rigetto dell’istanza di rimborso è possibile presentare ricorso all’Arbitro Bancario e Finanziario.