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Associazione Difesa Consumatori APS
Adiconsum ha esaminato i “prodotti” di punta fra i conti deposito e servizi assimilabili, verificando sia i vincoli che i limiti di durata o importo, in virtù dei quali “non è tutto oro quello che luccica”. Il tasso creditorio “ a regime” spesso è sotto l’1%, perciò il rendimento elevato del primo periodo, riservato ai nuovi clienti, diventa presto un caro ricordo; oppure il vincolo delle somme è tassativo e se si necessita di disporre in anticipo sulla scadenza del proprio denaro si perde tutto il rendimento. Insomma bisogna scegliere oculatamente, gestire tempestivamente, cambiare banca al momento giusto (l’infedeltà premia), facendo attenzione a non sbagliare…
La tabella (clicca qui per scaricare il file in formato .pdf) elenca le banche, i prodotti esaminati, le varie caratteristiche (rendimento pubblicizzato, tipo di vincolo e/o limite, tasso nominale e regime) e procede poi a quantificare il rendimento effettivo in euro, ipotizzando un deposito di 20.000 euro vincolato per due anni. A quel punto il rendimento lordo effettivo a due anni è calcolato come media ponderata dei vari tassi applicabili agli scaglioni di tempo o di importo. La colonnina delle note offre precisazioni fondamentali in ordine alle condizioni contrattuali, al regime di tassazione, alla tipologia di servizio (es. solo online oppure gestibile allo sportello).
Clicca qui per scaricare la Tabella.
Infine, Adiconsum ha stilato un Vademecum sui conti deposito, che contiene tutto ciò che occorre sapere ed offre preziosi suggerimenti:
I consigli pratici di Adiconsum
1. Come scegliere?
Consultare le offerte: online si trovano tutte le informazioni e la documentazione, inclusi i fogli informativi e le norme contrattuali, le condizioni economiche, insomma tutto ciò che la banca deve consegnare al cliente prima di stipulare il contratto. Vanno letti e raffrontati con attenzione, soprattutto con riferimento ai vincoli temporali del deposito (svincolare prima le somme può costare caro) e alla durata di applicazione dei tassi di interesse appetibili pubblicizzati.
2. Sono davvero così vantaggiosi come sembra dalle pubblicità?
Si, ma non è tutto oro quello che luccica: normalmente i tassi elevati si applicano solamente ai nuovi clienti o alle nuove liquidità apportate dal cliente, per il primo periodo (6 o 12 mesi) oppure alle somme vincolate per lunghi periodi. Il tasso nominale lordo, talvolta denominato “tasso base” è intorno all1%.
3. Cosa succede al termine del periodo di applicazione del tasso promozionale?
Le somme depositate vengono remunerate al tasso nominale “a regime”, molto più basso (fanno eccezione i depositi vincolati che applicano tassi determinati esclusivamente in rapporto alla durata del vincolo, normalmente senza limiti di tempo). Talvolta al correntista vengono proposte, al termine del periodo promozionale iniziale in cui il tasso è molto elevato, altre forme di impiego del risparmio, come fondi di investimento, fondi pensione, polizze vita, sui quali il guadagno della banca è molto superiore. Bisogna fare estrema attenzione a queste offerte: è meglio ritirare i soldi e scegliere un’altra banca, per godere nuovamente delle offerte destinate ai nuovi clienti, considerato che la chiusura del conto non ha costi. In questi casi “l’infedeltà premia”.
4. Sono utili i motori di comparazione dei conti deposito?
Lo sono in parte, perché permettono di visualizzare in ordine decrescente per remuneratività le varie offerte. Però a volte “sbagliano”: sia pure riportando informazioni corrette sui vari prodotti, non riescono sempre a calcolare la redditività effettiva in base alla migliore offerta di quell’operatore applicabile al caso (es. noi abbiamo simulato una disponibilità al vincolo biennale, ma per alcune banche ci veniva indicato il tasso base, mentre si sarebbe dovuto calcolare il rendimento con il tasso per vincoli biennali, molto più alto). Così talora danno risultati non omogenei e dunque non confrontabili.
5. C’è il rischio di non ottenere gli interessi che ci promettono?
Qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali (ammessa se già prevista come possibile dal contratto) nei rapporti a tempo indeterminato, a norma dell’art. 118 TUB, deve essere comunicata al cliente con preavviso minimo di trenta giorni, in forma scritta: la modifica si intende approvata ove il cliente non receda, senza spese, dal contratto, entro sessanta giorni. In tal caso, in sede di liquidazione del rapporto, il cliente ha diritto all’applicazione delle condizioni precedentemente praticate e non possono essere applicate penali. Nei contratti di durata predefinita, la facoltà di modifica unilaterale può essere convenuta esclusivamente per le clausole non aventi ad oggetto i tassi di interesse, sempre che sussista un giustificato motivo. A norma dell’Art. 117 TUB, inoltre, sono nulle le clausole che prevedono tassi, prezzi e condizioni più sfavorevoli per i clienti di quelli pubblicizzati.
6. C’è un rischio di investimento apprezzabile?
No, c’è solamente il cosiddetto “rischio di controparte”, quello che normalmente si ha aprendo un conto corrente, cioè che la banca non sia in grado di rimborsare il denaro. Però i conti sono garantiti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che assicura a ciascun depositante una copertura fino a 100.000 Euro.
7. Quali funzionalità ha un conto deposito?
I conti di deposito, a differenza dei conti correnti, consentono solamente di versare e ritirare il denaro, ma non le altre operazioni e funzionalità (con poche eccezioni), e richiedono un conto corrente “di appoggio”. Alcuni dei conti da noi esaminati sono invece conti correnti, come il conto Banco Posta Click (che però presenta costi elevatissimi per le operazioni effettuate allo sportello invece che online).
8. Quale è il regime di tassazione sui redimenti?
La tassazione sugli interessi maturati dai conti correnti e dai conti deposito è del 27% fino al 31/12/2011, mentre dal 1 gennaio 2012 passerà al 20%. I pronti conto termine sono tassati al 12,50% fino al 31/12/2011, poi passano al 20%.