Dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea un’importante sentenza sul credito al consumo: è compatibile con il diritto comunitario una legge nazionale che prevede la decadenza degli interessi se il creditore non  verifica la solvibilità del debitore prima di concludere il contratto di prestito.

La Corte di Giustizia ricorda che, conformemente alla direttiva 2008/48 sui contratti di al consumo, per una tutela effettiva dei consumatori contro qualsiasi concessione irresponsabile di contratti di il creditore è tenuto, prima di ogni rapporto contrattuale, a verificare la solvibilità del debitore ed è compito degli Stati membri prevedere misure efficaci, proporzionate e dissuasive per sanzionare ogni inadempimento di tale obbligo.

La normativa francese prevede che un creditore che non abbia correttamente verificato la solvibilità del debitore, non possa più fare valere gli interessi convenzionali, (restano dovuti gli interessi al tasso legale). La Corte interviene nella causa tra un consumatore che nel 2011 ha stipulato con Le Crédit Lyonnais (LCL) un contratto di credito al consumo di 38.000 euro, con interessi convenzionali ad un tasso annuo fisso del 5,60%.Vista l’incapacità del signore di rimborsare tale prestito, LCL ha portato il consumatore dinanzi al tribunale che però ha rilevato che LCL non ha correttamente verificato la solvibilità del cliente e, in base alla normativa francese, non può pretendere gli interessi convenzionali.

La Corte di giustizia ricorda che, conformemente alla direttiva 2008/48, ai fini di una tutela effettiva dei consumatori contro qualsiasi concessione irresponsabile di contratti di credito, il creditore è tenuto, prima di ogni rapporto contrattuale, a verificare la solvibilità del debitore ed è compito degli Stati membri prevedere misure efficaci, proporzionate e dissuasive per sanzionare ogni inadempimento di tale obbligo.

Tratto da helpconsumatori.it