Perché la bolletta elettrica prevede l’addebito di costi sebbene l’utenza non sia utilizzata? La domanda è sovente formulata da chi ha una seconda casa al mare o in montagna.
Come stabilito dall’Autorità per l’Energia elettrica il Gas ed il Sistema Idrico le voci di spesa in bolletta sono:

  • spesa per la materia energia: comprende gli importi fatturati relativamente alle diverse attività svolte dal venditore per fornire l’energia elettrica al cliente finale.
  • Spesa per il trasporto e la gestione del contatore: sono gli importi fatturati per consentire ai venditori di consegnare ai clienti finali l’energia elettrica.
  • Spesa per oneri di sistema: ovvero le somme fatturate per la copertura di costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema . Sono pagati da tutti i clienti finali del servizio .
  • Imposte: comprende le voci relative all’imposta di consumo (accisa) e all’imposta sul valore aggiunto (IVA). L’accisa si applica alla quantità di energia consumata; i clienti domestici con potenza fino a 3 kW godono di aliquote agevolate per la fornitura nell’abitazione di residenza anagrafica. L’’IVA si applica sull’importo totale della bolletta. Attualmente, per le utenze domestiche è pari al 10%, per le utenze non domestiche è attualmente pari al 22%; alcune attività produttive godono dell’aliquota ridotta pari al 10%.

Il prezzo dell’energia è quindi composto da una quota fissa (euro/anno), una quota energia (euro/kWh) – con costo differenziato per fasce orarie per utenze con contatore elettronico teleletto – ed una quota potenza (euro/kWh/anno). Come la quota fissa anche la quota potenza – che è l’importo da pagare in proporzione alla potenza impegnata – si paga anche in assenza di consumo (per il solo fatto di avere l’energia a disposizione) e viene applicata in bolletta in quote mensili o giornaliere.
Dal primo aprile 2017 (sino al 30 giugno), per le utenze domestiche residenziali servite in maggior tutela (è il servizio di fornitura dell’elettricità a condizioni economiche e contrattuali stabilite dall’Autorità) la quota fissa per la materia energia è pari ad €.34,6434 mentre quella per il trasporto e la gestione del contatore è di €.18,9600. Infine la quota potenza è pari ad €.21,6873. Pertanto l’utente domestico che, per ipotesi, non utilizzi energia dovrà comunque pagare, ogni anno, l’importo di €.75,2907, a cui è necessario aggiungere le imposte (Iva al 10%) e altri costi (canone Rai).
Il conto sarà, invece, più salato se si tratta di abitazioni diverse da quelle in cui l’utente ha la residenza anagrafica. In tal caso, infatti, la quota fissa per la materia energia è pari ad €.42,9454. E, sebbene rimangano invariate le quote per il trasporto, per la gestione del contatore e per la potenza impegnata (rispettivamente €.18,9600 ed €.21,6873), per contro si dovrà aggiungere la quota fissa per gli oneri di sistema (che non è prevista per le utenze domestiche residenziali) per un ammontare pari ad €.127,4136. Il conto annuale per la seconde case, in assenza di consumo, risulterà quindi di €.211,0063 oltre le imposte (Iva al 10%).
Come risparmiare? Impossibile. Quelli sopra descritti sono costi fissi previsti per il solo fatto di avere a disposizione l’energia elettrica.
Adiconsum Verona è partner del progetto “Energia: diritti a Viva Voce” che ha l’obiettivo di rendere i consumatori più informati e consapevoli in materia di energia e gas. Per maggiori informazioni è possibile scrivere a: verona@adiconsum.it oppure telefonare allo 045/8096934.