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Associazione Difesa Consumatori APS
Nei ristoranti e nelle pizzerie è cosa comune richiedere acqua in bottiglia come bevanda. Questa è una prassi assai diffusa, ma non è affatto obbligatoria. Niente vieta infatti di chiedere l’acqua del rubinetto al posto di quella imbottigliata. Molti esercenti a questa richiesta restano un po’ spiazzati o cercano di accampare scuse, ma di fronte alla domanda di poter bere “acqua in brocca” non ci dovrebbe essere risposto alcun rifiuto.
In Italia consumiamo moltissima acqua minerale, perché è credenza comune che sia migliore e più controllata, ma non è detto che sia così. Da svariate analisi, risulta infatti che l’acqua degli acquedotti italiani è mediamente buona, se non eccellente.
Ci sono poi altri motivi che dovrebbero portarci a preferire l’acqua del rubinetto. Quest’acqua è ad esempio sottoposta a norme molto severe riguardo il contenuto di elementi chimici dannosi, senza considerare poi che gli accertamenti sulla potabilità vengono fatti regolarmente negli acquedotti comunali. L’acqua dell’acquedotto viene poi costantemente depurata e non è soggetta a forme di degradazione che possono colpire l’acqua in bottiglia, come l’esposizione al sole.
Nulla ci porta insomma a considerare che l’acqua acquistata sia migliore. Desiderare bere l’acqua del rubinetto nei locali, non è quindi solo un modo per bere in modo salutare ed economizzare, ma anche un modo per affermare e ribadire che l’acqua pubblica è la migliore, inquina inoltre di meno e non può essere oggetto di contenziosi inutili.
Il fatto di impuntarsi nel richiedere nei ristoranti l’acqua in brocca, non deve essere visto quindi solo come un vezzo, ma come un piccolo atto anche sociale per portare avanti una causa più che giusta. Oltre a spendere di meno inoltre, contribuiremo a produrre un minor inquinamento ambientale e a mostrare più attaccamento alla nostra sana e buona acqua italiana.
Daniele Padovani