Gli italiani hanno dimostrato negli ultimi mesi di non trascurare affatto la questione della privatizzazione della gestione delle risorse idriche prevista dal decreto Ronchi. Nel periodo di raccolta firme per indire il referendum, tra banchetti, punti raccolta e altro tipo di iniziative sono state raccolte più di un milione di adesioni, distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio. Non è azzardato parlare di un risultato quasi miracoloso.

La macchina organizzative non si è sviluppata grazie ai partiti o alle sponsorizzazioni tra i media, ma grazie alla rilevanza del problema percepita dai cittadini ed anche per merito di un aggiornatissimo sito, www.acquabenecomune.org., che non ha mai mancato di fornire informazioni e supporto all’iniziativa.

Il sistema di raccolta delle adesioni si è mosso in modo silente ma efficace, basandosi sull’interesse sociale che il problema dell’acqua suscita nella gente, ma ovviamente anche sulle ricadute effettive che la nuova normativa potrebbe  comportare.  La portata della questione ha riguardato trasversalmente tutti gli italiani. Il supporto e l’interesse all’iniziativa referendaria si è manifestato tra le  parrocchie e i centri sociali, ma anche tra militanti di sinistra e cattolici, tra associazioni di destra e persone lontane dall’impegno politico.

Per quel che riguarda la città di Verona il risultato è andato piacevolmente oltre le aspettative. Nonostante le difficoltà di reperire i certificati elettorali per tutta la provincia  e di inserire i dati nei relativi moduli, sono state inviate a Roma un numero di firme certificate superiore alle 23mila. A tal proposito il comitato organizzativo manda un ringraziamento sentito a tutti coloro che hanno fornito il loro appoggio.

Per quel che riguarda più specificatamente le modalità e i contenuti dell’iniziativa referendaria segnaliamo alcuni dati. La scadenza per la consegna delle firme per fermare il decreto è fissata per il 19 luglio. In questa data il Forum italiano movimenti per l’acqua, tramite un corteo di bande musicali, consegnerà alla Cassazione gli oltre 800 scatoloni della modulistica compilata in tutta Italia. In seguito la Corte vaglierà i quesiti proposti  tra il primo ottobre e il 15 dicembre.

 I quesiti sono tre. Il  primo riguarda l’abrogazione della legge 133 del 2008 del governo Berlusconi e prevede la gestione del servizio idrico a spa miste pubblico-privato o solo pubbliche; il secondo ed il terzo hanno lo scopo di cancellare gli articoli 152 e 154 del codice ambientale 2006 e permetteranno un aumento  dei prezzi del 7 per cento su ogni bolletta come remunerazione del capitale investito. Se i quesiti proposti verranno considerati come ammissibili, seguendo le disposizioni costituzionali, il referendum potrà tenersi, precisamente in un periodo compreso tra il 15 aprile e il 15 giugno.