Nel testo finale della manovra finanziaria è stata inserita la riforma del settore carburanti. E’ quanto comunica Stefano Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega all’energia, spiegando che la riforma punta a liberalizzare il settore, rendere la rete più efficiente e ridurre la differenza con la media dei prezzi europei.

“Incremento del self service, razionalizzazione della rete e sviluppo del non oil sono le linee guida che ispirano la liberalizzazione – precisa Saglia in una nota -. Più concorrenza vuol dire una maggiore efficienza degli impianti con la riduzione dei costi e un aumento dei servizi offerti”. Una lenzuolata che “è il risultato di un lungo lavoro di confronto con tutti gli attori della filiera”.

La riforma prevede la riduzione del numero degli impianti che passano dagli attuali 24.000 a circa 12/13 mila. Si prevede, quindi, che per i prossimi due anni il 25% del già esistente fondo per la razionalizzazione della rete di distribuzione sia destinato ai contributi per la chiusura degli impianti meno efficienti ed obsoleti (soggetti titolari di non più di dieci impianti) e a sostenere i costi di bonifica del luogo. Gli articoli del provvedimento prevedono poi che gli impianti debbano dotarsi entro un anno, pena sanzione amministrativa, di apparecchiature per la modalità di rifornimento senza servizio (self service) con pagamento anticipato (pre pay). Inoltre il consumatore potrà sempre scegliere se rifornirsi in modalità self service o servito (attualmente ciò è possibile solo sulla rete autostradale).

Per favorire un aumento della concorrenza nel settore del non oil, i gestori potranno governare direttamente (o affidarla a terzi) la vendita di alimenti e bevande, quotidiani e periodici (senza limiti di spazio) e di pastigliaggi (vale a dire caramelle, confetti, cioccolatini, gomme americane, biscotti e merendine preconfezionate e simili). Infine viene introdotta la possibilità di stipulare nuove tipologie contrattuali nel rapporto tra compagnia petrolifera e gestore che devono essere prima negoziati con la categoria dei distributori. Tali tipologie contrattuali dovranno assicurare al gestore condizioni contrattuali eque e non discriminatorie per competere nel mercato di riferimento.

La notizia dell’inserimento della riforma carburanti nel testo della manovra finanziaria non è piaciuto a tutti. “Quello del Governo è un colpo di mano – ha dichiarato il Presidente della Faib Confesercenti, Martino Landi – Il Governo, per dare una parvenza di accettabilità all’indigesto provvedimento di manovra di stabilizzazione finanziaria ha inserito il testo della già bocciata proposta Saglia, in tema di riforma della rete carburanti. Una proposta in discussione da mesi – ha ricordato Landi – che non ha alcun profilo di urgenza e necessità ma risponde semmai a esigenze di portata più generale. Un profilo, dunque, lontanissimo dai requisiti richiesti dalla carta costituzionale per essere oggetto di decreto legge”.

“Si tratta di un testo che oltretutto – ha aggiunto Landi – non risponde a nessuna delle criticità dell’attuale rete carburanti. Conserva, per non disturbare i poteri forti, il sistema oligopolistico verticalmente integrato delle 7 compagnie, mantiene l’obbligo di esclusiva, la discriminazione rete extrarete, esclude i gestori da qualsiasi azione attiva, è una proposta anticoncorrenziale e anticostituzionale”. Landi, ricorda, che sull’argomento la Faib con la Fegica Cisl sono intervenute immediatamente, segnalando al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’assenza dei requisiti di necessità e urgenza, oltreché a segnalare che si tratta di un tentativo di fagocitare il lavoro in corso in Parlamento.

Tratto da helpconsumatori.it