Prima riunione della della della Camera di Commercio di Verona: i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali, dei consumatori, dei sindacati e dei professionisti, assieme ad Avviso Pubblico hanno concordato il Progetto di Legalità che orienterà l’attività preventiva e formativa contro le infiltrazioni delle mafie nell’economia veronese.

Redatto da Avviso Pubblico, associazione che riunisce gli Amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica, 31 Comuni aderenti in provincia di Verona, il progetto sostenuto dalla prevede la comunicazione di best practice e informazioni normative, la formazione sulle attività portate avanti dai numerosi organi preposti alla lotta alle mafie e la sensibilizzazione degli imprenditori sul tema.

La prima riunione della Consulta della legalità istituita dalla Camera di commercio di Verona ha avuto un esito molto positivo, vi hanno partecipato anche l’assessore del Comune di Verona, Edi Maria Neri, e la rappresentante della Banca d’Italia, Lauretta Cesarini, nonché il Presidente della nostra Associazione, Davide Cecchinato.

“Avviso Pubblico ha presentato – ha aggiunto Pier Paolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico – le sue proposte per realizzare una nuova pagina del sito della Camera, un vademecum e un percorso formativo finalizzati a far conoscere il fenomeno mafioso e i modi con i quali esso penetra nel sistema economico-imprenditoriale. Le proposte, molto apprezzate dai presenti, mirano a costruire una rete di legalità organizzata, necessaria per prevenire l’ulteriore espansione delle mafie nel tessuto economico locale, a difendere le imprese e l’economia sana dalle mafie e a fornire strumenti e percorsi che consentano di fare segnalazioni protette e di chiedere aiuto alle autorità preposte”.

Secondo i dati presentati da Avviso Pubblico le mafie a Verona e nel Veneto sono “in giacca e cravatta” e presenti da anni, la ‘ndrangheta da almeno 30. Il tema del riciclaggio è sempre più d’attualità, come l’espandersi dell’attività corruttiva nei gangli dell’economia e della Pubblica Amministrazione. Usura e racket soprattutto in tempo di covid sono tra le attività a maggior tasso di sviluppo. L’agricoltura, lo smaltimento dei rifiuti, l’edilizia e il turismo sono i settori a maggior rischio sul territorio veronese.

Nel primo semestre di quest’anno sono state 845, secondo Bankitalia, le operazioni che possono celare forme di riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo e uso di fondi provenienti da attività illecita. Il numero più alto tra le province venete. Sono 5 le aziende confiscate in provincia di Verona e 102 i beni confiscati alle organizzazioni mafiose, tra denaro, beni mobili, immobili e beni aziendali.