Pietro Giordano, Adiconsum: “Il peggio deve ancora venire. Non è più tempo di “pezze calde”, urgono interventi strutturali: no al condono, sì al pagamento delle tasse arretrate ma senza gli oneri accessori, penali e aggi, sì alla patrimoniale (non sulla prima casa) e alle liberalizzazioni”.  Ancora dati allarmanti sulla condizione del nostro Paese. Stavolta li ha rilevati la ricerca Ipsos-Acri condotta in occasione della celebrazione della Giornata del Risparmio. Il 2011 è stato un anno terribile per gli italiani e ben il 50% si dichiara insoddisfatto della propria situazione, mentre l’80% è preoccupato per la propria vita da pensionato.

La ricerca Ipsos-Acri conferma – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – quanto Adiconsum sta sostenendo da tempo sulla base delle denunce e delle segnalazioni dei cittadini che fanno fatica ad arrivare alla fine della terza settimana, e dalle evidenze economiche a partire dall’aumento dell’inflazione e della povertà e dalla riduzione del reddito e della conseguente drastica riduzione dei consumi delle famiglie.

Gli italiani perderanno, alla fine, dieci anni della propria vita economica, essendo in una situazione peggiore del 2005-2006. Per questo non è solo l’Europa a chiedere un cambio della politica, ma la società civile a partire dalle rappresentanze dei cittadini e dei lavoratori.

Non è più tempo di “pezze calde” – prosegue Giordano – È necessaria subito una imposta patrimoniale che, esentando la prima casa, faccia pagare le tasse a chi più ha e più può e non ai soliti noti. “No” quindi al condono che vanifica i risultati finanziari e politici della lotta all’evasione fiscale, ma una riforma fiscale che metta il contribuente nella possibilità di pagare le tasse arretrate, ma stornando tutti i costi accessori, le penali, gli aggi, gli interessi, che rendono impossibile per i contribuenti di onorare i propri impegni con Lo Stato. Una scelta che consentirebbe immediatamente degli introiti consistenti e regolarizzerebbe milioni di posizioni contributive.

In questo contesto la ricerca di motivi di ottimismo e di orgoglio del Paese, tentato dal presidente dell’Acri, rischiano di rimanere solo auspici. Adiconsum condivide le puntuali proposte del presidente dell’Abi che ha richiamato tutti a riattivare un circolo virtuoso a favore del Paese, a condizione però, che prima di tutto il Governo attui una politica che non seguiti a penalizzare sempre e solo giovani, lavoratori e pensionati e che il sistema bancario attui una politica concertativa con le rappresentanze dei consumatori, valore primario delle banche e quelle del Governatore Draghi, a partire dalla necessità di nuove politiche per supportare i giovani che più delle altre generazioni stanno pagando la crisi.

Poco incisivo, invece – conclude Giordano – l’intervento del ministro Tremonti, che nulla ha detto circa le possibili soluzioni per la nostra crisi, affermando solo che la rivalutazione del Pil ci rende migliori di altri importanti paesi europei e che la ricchezza dell’Italia è cresciuta, senza alcun richiamo alle differenze sociali, alla concentrazione della ricchezza e alla povertà che ormai colpisce oltre il 10% della popolazione. Non è certo con queste uscite propagandistiche che l’Italia riuscirà a superare la crisi.