Dalla benzina al latte, dalla pasta ai , i rivolgimenti sociali nel Nord Africa stanno per abbattersi sui nostri portafogli. Se il costo del greggio al barile arrivasse a 120 dollari – ora è circa a 98 dollari – rischiamo di pagare la benzina 1,72 euro/litro, un aumento del 13% dei prodotti alimentari, del 7% dell’ elettrica e del 15% dei trasporti aerei.

C’è chi, in Europa, ha già deciso, per limitare i consumi, di abbassare i limiti di velocità sulle autostrade. In Spagna dal 7 marzo non si potranno superare i 110 km/h nella speranza che la misura adottata faccia risparmiare carburante.

Intanto aumentano le tariffe dei biglietti aerei sulle tratte di lunga percorrenza. British Airways ha annunciato che, a causa della crisi libica, gli aumenti oltre a riguardare le tariffe dei voli intercontinentali – che potranno ulteriormente rincarare – potranno interessare anche le tratte locali.

Sugli aumenti dei servizi turistici preme sottolineare che il Codice del Consumo stabilisce che il prezzo dei pacchetti turistici può essere rivisto, a causa anche degli adeguamenti carburante, solo fino a 20 giorni prima alla partenza e se la facoltà di aumentare il prezzo è specificamente prevista nel contratto. Pertanto se si acquista un viaggio, con relativo servizio di trasporto e alloggio, il prezzo pattuito non potrà essere modificato nei venti giorni prima alla partenza.

Nulla però è stabilito in merito all’acquisto del semplice biglietto aereo che soggiace pertanto alle norme generali e conseguentemente ai prezzi di mercato. Se la compagnia aerea adegua il prezzo per l’aumento dei costi del carburante non sono molte le possibilità che ha il consumatore.

Se la crisi nordafricana aumenterà il costo del nostro stile di vita – il 70% delle merci vengono trasportate lungo la penisola su gomma –  c’è chi assicura che le tavole italiane non resteranno prive di alimenti con l’eccezione di prodotti molto specifici come i datteri. Di necessità virtù.