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Associazione Difesa Consumatori APS
Dopo circa due anni di attesa, la Sesta Sezione del Consiglio di Stato ha confermato la responsabilità delle Banche Unicredit e Banco-Bpm nella vendita dei diamanti da investimento ma ne ha ridotto la sanzione comminata dall’Antitrust del 30%. Unicredit dovrà versare quindi 2,8 milioni mentre Banco-Bpm 2,345 milioni. Confermate invece le sanzioni di 2 milioni e 1 milione di euro comminate rispettivamente alle società venditrici dei preziosi IDB spa (in fallimento) e DPI spa (in liquidazione)
Nel 2017 l’Antitrust aveva avviato due procedimenti per pratiche commerciali scorrette conclusosi per il primo con sanzioni pari complessivamente a 9,35 milioni (2 milioni per Idb, 4 milioni per Unicredit, 3,35 milioni per Banco Bpm); per l’altro sanzioni pari complessivamente a 6 milioni (1 milione per Dpi, 2 milioni per Monte dei Paschi e 3 milioni per Intesa Sanpaolo).
Con la sola eccezione di Intesa Sanpaolo, tutte le banche multate avevano ricorso al Tar del Lazio, che nel 2018 aveva confermato tutte le sanzioni. La decisione era stata successivamente appellata al Consiglio di Stato (solo Mps non aveva presentato ricorso) che oggi, oltre a confermare in pieno le sentenze del Tar sulle due società venditrici dei preziosi, ha ribadito la responsabilità delle banche Unicredit e Banco-Bpm. Sono stati respinti tutti i motivi di ricorso tranne quello relativo alla misura della sanzione.
Secondo il Consiglio di Stato, se “è indubbia la sussistenza della responsabilità” degli istituti, è anche vero che il ruolo assunto da quest’ultimi ha “una valenza meno marcata rispetto a quello delle società di vendita, essendosi risolto nell’agevolare la vendita dei preziosi”. Per i giudici “il contributo, illecito ma comunque secondario, della banca non pare poter giustificare l’applicazione di una sanzione prossima al massimo edittale e quasi doppia a quella inflitta alla società di vendita, che è l’autrice principale dell’illecito”. Per questo si è deciso di ridurre la sanzione del 30%.