Nonostante sia stata emanata nel 2006 e recepita in tutti gli Stati membri, la Direttiva Servizi non è ancora una realtà, tanto che la Commissione europea ha dovuto realizzare un nuovo pacchetto di misure per il rilancio del Mercato europeo dei servizi.
Sono ancora tanti gli ostacoli allo stabilimento e alla libera prestazione dei servizi da parte degli operatori in altri Paesi UE e sono ancora tante le condotte commerciali che escludono i consumatori europei in base alla loro residenza o nazionalità.

Qual è la situazione concreta della direttiva nel nostro Paese? Se n’è parlato oggi in un convegno organizzato a Roma da Adiconsum con lo sportello europeo ECC-Net Italia. “Un’occasione finora mancata quella della Direttiva Servizi” ha dichiarato Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum, precisando che “la corretta applicazione della direttiva permetterebbe un incremento del PIL dell’Unione europea a medio termine tra lo 0,8 e il 2,6%“.

Dall’altro lato, invece, “la non corretta applicazione della normativa ha fatto sì che a tutt’oggi non si sia sviluppato quel corretto Mercato unico che vede da un lato le imprese operare in un rapporto di sana e corretta concorrenza e dall’altro i consumatori essere messi in grado di scegliere il prestatore di servizio più adatto alle proprie esigenze, al miglior prezzo con la salvaguardia dei propri diritti”.

“Bene ha fatto quindi la Commissione europea a varare un pacchetto di misure” ha sottolineato Giordano ribadendo che secondo Adiconsum “per rendere più efficace la Direttiva, possibili soluzioni sono la semplificazione e l’armonizzazione della normativa e delle procedure nonché la costruzione di una rete tra Istituzioni, Autorità, Associazioni Consumatori e mondo dell’impresa. Particolare rilievo andrebbe assegnato ai Punti di contatto – come il Centro Europeo Consumatori gestito da Adiconsum, che esercita tali funzioni in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico – già impegnati nella risoluzione di contenziosi transfrontalieri imprese-consumatori attraverso procedure extragiudiziali quali la conciliazione paritetica”.