La moneta elettronica offre numerosi vantaggi economici e sociali per imprese, professionisti e cittadini. In particolare, come ha evidenziato lo studio di Veneto, l’uso della moneta elettronica combatte l’evasione fiscale, rende trasparente il rapporto con l’esercente, è veloce e conveniente, riduce il rischio di truffa e aiuta a gestire detrazioni e deduzioni. Purtroppo la moneta elettronica in Italia e’ ancora poco utilizzata e deve essere incentivata.

Questo in sintesi quanto emerso dal convegno di oggi “La moneta elettronica. Stima dei vantaggi economici per imprese professionisti e cittadini” organizzato da Adiconsum , Lega Consumatori e Adoc in collaborazione con Unioncamere Veneto nella sala convegni della Banca Popolare di Verona in via S. Cosimo 10. L’incontro rientra all’interno del progetto Facciamo i conti! Edizione 2015, iniziativa d’informazione a favore dei cittadini e delle famiglie in tema di accesso al credito, prevenzione del sovraindebitamento e uso responsabile del denaro. Il convegno ha il patrocinio della Fondazione Antiusura Beato G. Tovini, dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Verona con il contributo della Camera di Commercio di Verona e della Banca Popolare di Verona.

Focus su Moneta elettronica, convegno il 4/12/15

Dopo i saluti di Fernando Zilio, Presidente Unioncamere Veneto, Renzo Giacomelli, Presidente Fondazione Antiusura Beato G.Tovini e Alberto Mion, Presidente Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Verona ha preso la parola Davide Cecchinato, Presidente Adiconsum Verona per l’introduzione. Serafino Pitingaro, Area Studi e Ricerche Unioncamere Veneto ha presentato la ricerca “Più moneta elettronica, meno contanti”.

La ricerca di Unioncamere ha evidenziato che la moneta elettronica e’ utilizzata dai consumatori solo per il 13% delle operazioni contro una media europea del 40%. Con 75 transazioni elettroniche pro capite all’anno, l’Italia si colloca al penultimo posto in Europa davanti alla Grecia. Gli strumenti di pagamento hanno un costo sociale. Secondo una ricerca della Banca d’Italia, i costi che la collettività sopporta per le risorse utilizzate dai diversi operatori economici per il regolamento delle transazioni ammontano a 15 miliardi di euro (circa 1% del Pil) pari a 260 euro pro capite. Il 49% di tali costi e’ sostenuto da banche e infrastrutture per l’offerta dei servizi di pagamento, il 51% a carico delle imprese.

In Italia più della metà dei costi sociali degli strumenti di pagamento riguardano il contante. L’utilizzo del contante costa infatti complessivamente al nostro sistema economico circa 8 miliardi di euro. Per pagare il personale, le perdite, i furti, le apparecchiature, il trasporto, la sicurezza, i magazzini, la vigilanza, le assicurazioni legate ai contanti, ogni anno l’Italia spende 133 euro pro capite. C’è poi da segnalare che il 40% delle rapine che si registrano in Europa sono messe a segno in Italia. Ogni anno la Banca d’Italia riconosce come false 72mila banconote. Inoltre, il 18% delle e il 7% delle banconote in circolazione sono veicolo di batteri anche potenzialmente pericoli (es. escherichia coli e stafilococco aureo).

Secondo una stima di Unioncamere Veneto su dati della Banca d’Italia, nel 2014 il numero di carte di credito attive in Veneto è pari a 218 ogni mille residenti maggiorenni (erano 240 nel 2012). Nel 2014 erano attive in Veneto 890 mila le carte di credito (982 mila nel 2012), di cui 165 mila in provincia di Verona (183 mila nel 2012). Sulla base delle elaborazioni presentate, Unioncamere Veneto ha provato a stimare i benefici per il sistema economico regionale di un aumento dei pagamenti elettronici e di una riduzione del prelievo medio. In particolare un aumento su scala nazionale di 10 milioni di carte (circa 900 in Veneto) e una diminuzione di 15 euro del prelievo medio presso gli ATM potrebbe generare in Veneto riduzione dell’economia sommersa di oltre 3,3 miliardi di euro e un recupero dell’evasione fiscale di circa 1,6 miliardi di euro.

Quindi come incentivare l’uso della moneta elettronica? Alcune possibili soluzioni possono essere quelle di fornire gratis a tutti una carta ‘‘a spesa controllata o positiva’’, senza interessi sul deposito, assicurata sulle frodi, senza la possibilità di andare a debito; creare una piattaforma basata sugli innovativi strumenti di pagamento contactless, che non richiedono il Pos (es. Apple Pay, Jiffy, Messenger); introdurre una tassa sul circolante (prelievi) per disincentivarne l’uso.

Se siamo convinti che la trasparenza sia un valore – ha precisato Fernando Zilio, presidente di Unioncamere Veneto – allora la moneta elettronica è nella logica delle cose. A parte il fatto che l’avanzata della moneta elettronica è ineluttabile, è chiaro che la tracciabilità delle transazioni corrisponde ad un’esigenza di correttezza e sicurezza che, in tempi difficili come questi, diventa imprescindibile. Senza cadere nell’eccesso opposto che equivale alla criminalizzazione dell’uso del contante è evidente però che tutti i traffici illegali hanno bisogno di transazioni non tracciate per concretizzarsi. Lo sanno le varie mafie, lo sanno i terroristi, ma lo sanno, anche più semplicemente, gli evasori di casa nostra e quelli di importazione che usano i money transfer per trasferire ingenti somme di denaro all’estero forti delle falle che un tale sistema ha insito in sé. Su una cosa sono comunque d’accordo con chi è restio ad utilizzare la moneta elettronica: il suo costo è troppo elevato. Per colpa del sistema bancario, ma soprattutto per colpa della politica che si guarda bene dall’intervenire in tal senso ed anzi opera nel senso diametralmente opposto“.

Renzo Giacomelli, Presidente Fondazione Antiusura Beato G.Tovini ha sottolineato: “Siamo in piena inversione culturale per quanto riguarda la gestione del denaro nel suo uso riferito agli 800miliardi di consumi annuali delle famiglie anche se ridotti, dalla lunga crisi, di circa il 4 %, (come se circa 4 milioni di famiglie non consumassero più niente).I pagamenti con denaro contante in Italia resistono più che in altri paesi, perché? E’ facilmente intuibile che i pagamenti, anche di beni di consumo, verranno ampiamente sostituiti in modo irreversibile dalla moneta elettronica. Infatti in Italia si rilevano appena 31 operazioni annue pro capite in media per adulto, contro le 140 della Francia, le 54 della Germania, le 175 del Regno Unito e una media europea di 93. Quali ragioni frenano questo sviluppo?”.

A sua volta Alberto Mion, presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Verona ha detto: “Gli Italiani sono ancora troppo affezionati al contante ma la strada del progresso è tracciata. A differenza di molti altri Stati, in testa ai quali troviamo i Paesi Scandinavi, da noi la modalità di acquisto in e-commerce e ancor più i pagamenti elettronici non sono ancora molto diffusi. Eppure questi nuovi strumenti di pagamento e di accesso al credito godono di tre punti a loro favore: la facilità di utilizzo, la rapidità nel compiere l’azione e la sicurezza. I detrattori di questi sistemi in realtà ne vedono le criticità, soprattutto per le persone anziane. Si tratta, come per tutte le novità, di farne un’abitudine, una buona abitudine. Così come ci si è abituati a cellulari, smartphone, tablet, in poco tempo sono convinto che anche da noi cambieranno radicalmente le consuetudini nei pagamenti. Con l’indubbio vantaggio, non secondario, di vedere diminuita l’evasione fiscale e i reati di riciclaggio, reati resi possibili anche da un forte utilizzo del contante. I professionisti, e quindi anche i commercialisti, hanno il dovere di aiutare in questo cambiamento epocale”.

Ha preso la parola Davide Cecchinato, presidente di Adiconsum Verona, che ha evidenziato: “Non c’è niente da fare. Nonostante la norma che nel nostro Paese ha imposto a commercianti e professionisti di dotarsi del POS per consentire al consumatore di pagare con bancomat e carte di credito quando la somma è superiore ai 30 euro, l’uso della moneta elettronica nel nostro Paese non è aumentato. Quali sono le cause? È la convinzione che, pagando in contanti, pagando cioè con banconote e monete, si riesca a tenere più sotto controllo la propria situazione economica. Non è così. Ecco i vantaggi derivanti dall’utilizzo della moneta elettronica: riduzione dei prelievi, riduzione della possibilità di subire un furto, diminuzione della possibilità di perdere il denaro contante, maggior controllo della propria disponibilità economica, perché tutte le spese sono registrate. Inoltre, le commissioni per l’uso del bancomat e della carta di credito si sono sensibilmente ridotte, ammontando, rispettivamente, allo 0,20-0,30% dell’importo da pagare, mentre il contante tra indennità di cassa, trasporto e sicurezza costa circa 10 miliardi l’anno, che in parte è a carico delle banche che a loro volta lo caricano sui clienti. Vero è che i costi del POS si aggirano in media sui 2.000 euro l’anno, comprendendo l’installazione, il canone annuale e il noleggio della macchinetta, ma è anche vero che i costi del commerciante vengono poi scaricati sul prezzo di vendita del prodotto che viene acquistato dal consumatore, sia che usi sia che non usi le carte di pagamento. Un emendamento alla Legge di stabilità in discussione prevede l’introduzione della possibilità di pagare con le carte di pagamento anche importi di 5 euro e sanzioni per i commercianti/professionisti che non si dotano del POS e non consentono ai consumatori il pagamento con la moneta elettronica. Del resto la norma sull’obbligo del POS in vigore dal 2014 senza sanzioni non ha avuto quel potere deterrente che ci si attendeva. Vedremo se tale emendamento entrerà a far parte dell’impianto della nuova Legge di stabilità”.

Successivamente si è tenuta una tavola rotonda a cui hanno partecipato Nicola Baldo, componente di Giunta della Camera di Commercio di Verona,
 Emanuele Caobelli, consigliere della Camera di Commercio di Verona in rappresentanza delle Associazioni di consumatori e Mauro Tosi, responsabile Conformità Servizi Bancari del Banco Popolare.

Nicola Baldo ha detto: “Le imprese producono beni e servizi, si occupano dell’offerta per creare sviluppo e occupazione, ma se non incontrano la domanda, il cerchio non si chiude. La domanda è rappresentata dai consumatori. Per questo un rappresentante dei consumatori siede nel Consiglio della Camera di Commercio. Per questo la Camera di Commercio finanzia progetti che inducano i consumatori a consumatori ad una maggior consapevolezza del proprio potere d’acquisto e delle proprie capacità di reddito. Il sovraindebitamento rappresenta una delle principali piaghe del nostro tempo: paghiamo il lungo periodo di crisi che ha messo a dura prova le capacità di autofinanziamento delle famiglie e della popolazione in generale. Ma paghiamo anche la mancanza di conoscenza degli strumenti di finanziamento e di un rapporto spesso poco responsabile con il denaro. Dall’eccessivo indebitamento, infatti, al cadere nelle mani degli usurai il passo è breve. L’uso della moneta elettronica costituisce senz’altro un passo avanti verso un’economia trasparente e quindi più sana. La transazione elettronica tutela sia il consumatore,che l’impresa. La “virtualizzazione” del denaro, però, può dare, a volte, l’illusione di una liquidità finanziaria che non c’è e indurre il consumatore a spendere più di quel che guadagna. Il consumo è indispensabile per l’impresa, senza domanda l’economia non gira, ma deve essere consapevole. La lunga crisi che iniziamo a lasciarci alle spalle ci ha insegnato che il contesto socio-economico in cui viviamo può cambiare molto repentinamente. Ben vengano quindi tutte le iniziative che aiutano le persone ad avere un rapporto più maturo e consapevole con il denaro, sia esso elettronico o no“.

A Sua volta, Emanuele Caobelli ha sostenuto che: “Lo sviluppo dell’utilizzo della moneta elettronica costituisce senza dubbio un obiettivo che le associazioni dei consumatori intendono perseguire. Tuttavia, nella realizzazione di tale fine, vanno bilanciati vantaggi e svantaggi per i diversi soggetti coinvolti, conparticolare attenzione ai consumatori, per i quali le modalità di pagamento elettroniche devono rappresentare un’opportunità, e non un limite o un onere economico superiore a quello che oggi hanno ricorrendo all’uso del contante. I vantaggi che scaturiscono dall’implementazione dell’utilizzo della moneta elettronica (riduzione del costo del contante, tracciabilità di tutte le transazioni, semplificazione della contabilità, riduzione dei costi sociali rappresentati da furti, rapine, possibilità di creazione di nuove imprese operanti nello specifico ambito innovativo….) non possono fare passare in secondo piano, o in ogni caso, portare a trascurare alcune criticità (rischio di emarginazione di alcune fasce di popolazione come anziani o soggetti con livello di istruzione basso che possono riscontrare difficoltà di accesso a sistemi di pagamento alternativi al contante, rischio di frodi informatiche o di invasione della privacy e di profilazione degli utenti). L’implementazione dell’uso della moneta elettronica e’ una sfida e un percorso che Adiconsum, Lega consumatori e Adoc di Verona intendono realizzare attraverso un confronto con gli istituti bancari, la pubblica amministrazione, gli esercenti, i professionisti, per trovare soluzioni condivise“.

Mauro Tosi ha ammesso: “Senza dubbio l’uso della moneta elettronica va incentivato. Le carte di pagamento rappresentano sempre più un valido sostituto all’utilizzo del contante. Inoltre, gli strumenti di pagamento elettronici garantiscono la possibilità di eseguire scambi monetari veloci e sicuri. E’ importante, però, attenersi ad alcuni accorgimenti fondamentali per non commettere errori o essere vittime furti in rete. A tal proposito, abbiamo stilato con Adiconsum Verona un vademecum per utilizzare in modo sicuro gli strumenti bancari. Dieci regole semplici da seguire, forse per qualcuno ovvie, ma di grande importanza. Ad esempio, fare attenzione a conservare i codici Pin in modo sicuro, evitando di annotarli su supporto cartaceo o insieme alle carte. Controllare con regolarità gli estratti conto per accertare con tempestività eventuali operazioni fraudolente. Evitare la “memorizzazione automatica” della password sul browser e attivare i servizi offerti dalle banche come notifiche, segnalazioni online e via sms. Insomma, la tecnologia è molto utile ma bisogna usare precauzioni e attenzione per salvaguardare i propri conti correnti”.

Materiale: Ricerca Unioncamere Veneto (.pdf)