Si è tenuta a Verona, nell’ambito della 45ma edizione di Vinitaly, la presentazione del libro di Nicola Dante Basile & , eccellenze d’Italia prima e dopo la crisi”, Dalai Editore, 2011. Lambrusco, Chianti, Montepulciano d’Abruzzo sono i vini più venduti in Italia. Il loro successo non è legato però al prezzo – che si colloca nella fascia medio alta – ma probabilmente al fatto che i produttori hanno investito per ridurre la differenza tra la qualità attesa e quella percepita.

E’ questa l’opinione di Nicola Dante Basile, giornalista e scrittore, che racconta da oltre trent’anni, dalle pagine del “Sole 24 Ore”, l’Italia che produce e vende la cucina italiana nel mondo. Nel suo ultimo libro Basile ha voluto analizzare gli effetti della crisi economica mondiale sulle imprese che trattano olio e vino, prodotti dell’eccellenza agroalimentare italiana. L’autore ha percorso in lungo e in largo il Bel Paese per capire in quale misura i consumatori e le imprese hanno reagito alla crisi.

Alla presentazione del libro è intervenuto anche il Presidente di Federvini, Lamberto Gancia, il quale ha evidenziato come il mercato estero rappresenti una grande opportunità per l’impresa italiana e come sia necessario legare il prodotto al territorio. “Bere meno, bere meglio” – secondo il Presidente Gancia – è quello che il consumatore chiede al produttore che deve essere in grado di far conoscere attraverso il prodotto la tradizione enologica.

Anche per Stefano Cordero di Montezemolo, professore dell’Università di Firenze in Economia e Gestione delle Imprese, il fattore personale nella produzione vitivinicola è fondamentale. Se il prodotto fa forza sull’esperienza e la relazione umana che lo presuppone non avrà difficoltà, secondo Montezemolo, ad imporsi sul mercato. In Italia – ha evidenziato il professore – sono circa 30.000 gli imbottigliatori e quasi tutti sono medio piccoli. Questa è la forza e allo stesso momento il punto di debolezza dell’azienda italiana che soffre delle inefficienze della logistica. Per Montezemolo le imprese dovrebbero aggregarsi per razionalizzare gli sforzi.

Il recupero della tradizione e del territorio avviene anche attraverso l’utilizzo del tappo di sughero. E’ questa l’opinione di Carlos Santos, Amministratore Delegato di Amorim Cork Italia s.p.a., società del gruppo portoghese leader nella produzione mondiale di tappi. In un momento di crisi in cui la produzione di vino – ha affermato Santos – è in calo a livello mondiale, la curva della domanda si avvicina a quella dell’offerta e l’Italia ha un’occasione di vantaggio. Nonostante la realtà italiana sia frammentata, rappresenta meglio di altri paesi il legame prodotto-territorio che sta tornando in auge ed è sempre più ricercato dal consumatore come valore aggiunto premiante. Pertanto – ha evidenziato Santos – le aziende dovrebbero essere in grado di efficentare le spese unendosi e  offrire un prodotto di tradizione, sapienza e qualità.

Solo con i Consorzi –  ha concluso Nicola Dante Basile – si può dare un’altra occasione al prodotto italiano di essere presente con successo sui mercati esteri e di soddisfare le richieste sempre più specifiche dei consumatori.

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