Dal 1° luglio 2012, niente più in contanti oltre i 1.000 euro. Entra, infatti, in vigore nella sua completezza il Decreto “SalvaItalia” per la parte relativa alla dei pagamenti. Anche per le pensioni è scattato l’obbligo di accredito degli assegni superiori ai 1.000 euro su conto bancario o postale o su libretto di risparmio.Nessun pagamento per valori pari o superiori a 1.000 euro in contanti o con assegno non intestato o non recante la clausola “non trasferibile” potrà più essere effettuato tra soggetti diversi, senza avvalersi di intermediari finanziari abilitati, quali banche o uffici postali.

Di qui la necessità, per chi ancora non fosse titolare di un conto corrente, di aprirne uno ovvero utilizzare l’accredito della propria pensione o degli assegni sociali sulla carta di credito (ad es. Inps Card). Ricordiamo che proprio in virtù del Decreto Salva Italia è possibile aprire il c.d. conto di base, un conto, che, accogliendo le proposte di Adiconsum negli incontri con Abi e Ministero dell’Economia e delle Finanze, presenta condizioni particolarmente vantaggiose o addirittura zero costi per le categorie più deboli.

Ricordiamo che il Decreto ha efficacia anche sui libretti postali o bancari al portatore (anonimi) sui quali non potranno essere depositati più di 999,99 euro.

In questi sei mesi 570 mila pensionati hanno scelto le nuove modalità di accredito della pensione. Per contro 30.000 persone non si sono adeguate ed hanno continuato a riscuotere in la pensione allo sportello. Che cosa succederà ora? Fino al 30 settembre le pensioni in questione saranno accreditate su un conto corrente di servizio infruttifero aperto da Poste Italiane o dalla Banca pagatrice. Se nel contempo l’interessato aprirà un rapporto di conto corrente o un libretto il trasferimento avverrà poi senza spese.

In questi tre mesi  il pensionato potrà scegliere di essere pagato tramite assegno “non trasferibile” indicando l’indirizzo al quale lo stesso deve essere spedito a mezzo lettera raccomandata. Dal primo ottobre però il conto corrente diventerà obbligatorio e 30.000 persone rischiano di rimanere senza assegno. Tali pensioni saranno infatti sospese e torneranno all’Inps che le conserverà sin tanto che non verrà aperto un deposito con possibili disagi per persone che di certo non hanno dimestichezza con l’universo bancario.