La Robin Tax – spiega Pietro Giordano, segretario nazionale Adiconsum – è un’imposta sulle speculazioni a carico delle istituzioni finanziarie, già adottata da oltre 40 Paesi. A suo favore, o comunque dandone un’interpretazione positiva, si sono pronunciate le grandi istituzioni internazionali, dal Fondo Monetario Internazionale alla Commissione europea all’ONU.

Secondo le più recenti stime, la Robin Tax potrebbe raccogliere circa 400 miliardi di dollari l’anno; fondi da utilizzare per attenuare gli effetti della crisi economica, contrastare il cambiamento climatico e combattere la povertà nel mondo.

Un’imposta che non graverebbe i cittadini, ma chi è stato artefice della crisi finanziaria che ha colpito tutto il mondo negli ultimi anni falciando posti di lavoro e riducendo gli interventi pubblici anche nei settori più importanti, come quello delle infrastrutture e del sostegno ai redditi più bassi, dei contributi a favore del terzo e del quarto mondo e per la tutela del clima.

La – prosegue Giordano – graverebbe esclusivamente sulla compravendita di beni finanziari, obbligazioni e derivati; pertanto sarebbero interessate le istituzioni finanziarie, quali le banche d’investimento e i fondi speculativi, cioè i soggetti maggiormente responsabili della crisi. Più in particolare, la tassa andrebbe a colpire quella miriade di operazioni speculative che le istituzioni finanziarie compiono ormai in frazioni di secondi (high frequency trading – HFT). L’introduzione della Robin Tax avrebbe il non secondario effetto di ridurre la speculazione e quindi produrre una maggiore stabilità dei mercati finanziari.

Per tutti questi motivi – conclude Giordano – Adiconsum si attiverà nei prossimi giorni, insieme a Cisl e Fiba Cisl, aderendo giovedì 17 alla Giornata mondiale di mobilitazione, in vista dell’importante riunione dei Ministri delle Finanze nei giorni 18 e 19 febbraio, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Autorità, per la rapida introduzione della Robin Hood Tax.