Ormai è ufficiale: in autunno inizierà il processo per i , i c.d. semafori intelligenti. Davanti al Giudice per l’Udienza Preliminare Adiconsum Verona assieme alle altre Associazioni di consumatori scaligere e a tutti i multati che si sono rivolti a Mario Zampedri, si costituiranno parte civile nel processo penale per chiedere la restituzione delle già pagate e il risarcimento del danno patito. Nel mese di novembre toccherà pertanto al Giudice, dott.ssa Donati, valutare l’opportunità di dare corso al procedimento vero e proprio ed iniziare a far luce su una vicenda che ha coinvolto decine di impianti semaforici in tutta Italia.
Per migliaia di automobilisti veronesi sarà così possibile, dopo anni di indagini, perizie e contro perizie, capire se si potrà ottenere la restituzione delle somme versate. Mentre, per contro, molti dei multati hanno già avuto, per il trascorrere dei termini di Legge, la restituzione dei punti patente decurtati.
Secondo le accuse della Procura della Repubblica di Verona Cairoli, Lovato e Trabucchi devono rispondere prima di tutto di truffa, commessa tra Colognola ai Colli e Illasi fino al 24 gennaio 2008. A parere dell’accusa, i due impianti dei semafori T-red, installati in località Donzellino di Illasi e sulla Provinciale 10 in val D’Illasi in via Filzi, avevano la luce gialla inferiore ai 4 secondi. In questo modo, riporta il provvedimento della Procura, era stato impedito l’arresto del veicolo in condizioni di sicurezza. La truffa sarebbe poi consistita nell’infliggere le migliaia di multe sulla base di inesistenti verbali. Il motivo? Quelle sanzioni erano state elevate direttamente dalla Citiesse di Rovellasca quando quel compito spetta, invece, al comando dei vigili urbani dei Comuni dell’est Veronese. Da qui l’accusa di falso in atto pubblico. La truffa alle migliaia di automobilisti sarebbe consistita anche nell’ingiusto danno economico loro provocato «con l’irrogazione della multa di 138 euro più 10,60 di spese e decurtazione di sei punti della patente». In tal modo, sempre a parere della Procura, la Citiesse guadagnava di 29,10 euro oltre Iva per ogni multa ed il resto finiva nelle casse dell’Unione dei vigili urbani dell’est Veronese.
Tutti i multati, che non avessero già dato il proprio nominativo alle nostre associazioni, sono invitati, dall’inizio di settembre 2010, a contattarci per espletare gli adempimenti formali e così poter poi procedere alla costituzione di parte civile. Infatti anche se all’udienza preliminare si deciderà sulle sorti del processo in tale occasione tutte le parti offese, ovvero i multati, dovranno costituirsi in ogni caso in giudizio altrimenti non potranno recuperare le somme pagate e chiedere il risarcimento del danno.
In tal senso è opportuno comunicare i propri dati anagrafici, la copia del documento di identità e del codice fiscale, come inviare copia del verbale di infrazione al Codice della Strada e del pagamento dello stesso. I cittadini che hanno già dato tali informazioni in precedenza saranno contattati per procedere alla sottoscrizione del mandato.
Per maggiori informazioni è possibile collegarsi al sito semaforivaldillasi.info oppure inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica info@adiconsumverona.it.