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Associazione Difesa Consumatori APS
Pubblichiamo di seguito le osservazioni e i suggerimenti licenziati in data odierna dal Comitato Consultivo degli Utenti di Ato veronese in merito alla proposta di revisione del Piano d’Ambito. Il documento è indirizzato al Presidente, Consiglio di Amministrazione e Direttore dell’Autorità d’Ambito veronese. Ora non rimane che attendere l’esito sull’accoglimento delle sotto riportate osservazioni. Ricordiamo che chiunque è interessato può svolgere la medesima attività di proposta entro il 29 agosto p.v..
PRESO ATTO dell’adozione della Proposta di Piano d’Ambito e dei documenti previsti dalla VAS ovvero la Proposta di Rapporto Ambientale, la Sintesi non Tecnica e la Relazione sulle interferenze del Piano con i siti Natura 2000 dal Consiglio di Amministrazione dell’AATO Veronese;
CONSIDERATO che l’adozione del Piano è preceduta dalla consultazione e dal recepimento delle osservazioni da parte di tutti i soggetti interessati e che sulla base delle osservazioni pervenute l’AATO Veronese procederà alla eventuale modifica del Piano d’Ambito, alla sua stesura definitiva;
CONSIDERATA la necessità che il Piano d’Ambito tenga in considerazione e si adegui all’esito del referendum popolare dello scorso 12 e 13 giugno con particolare riferimento alla determinazione del metodo tariffario;
il Comitato Consultivo degli Utenti di Ato Veronese, in quanto portatore di interessi collettivi, approva con deliberazione n. 6 del 25 agosto 2011 e propone il seguente parere:
SULLA TARIFFA
Richiesta per il superamento del metodo normalizzato nel piano economico finanziario
I ricavi stimati nel Piano d’Ambito sono stati valutati con un livello tale da garantire la copertura dei costi operativi, gli ammortamenti ed il rendimento al 7% del capitale investito medio (rif. pag. 41 cap. 7 e pag. 6 cap. 4 Piano d’Ambito). Il referendum popolare del 12 e 13 giugno 2011 ha abrogato l’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente alla parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. In seguito alla consultazione referendaria, con apposito decreto (Decreto del Presidente della repubblica n. 116 del 18/07/2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 167 del 20/07/2011) è stata modificata la modalità di determinazione della tariffa del servizio idrico integrato (art. 154 co. 1 D.Lgs. 152/06). In particolare tale tariffa ora non potrà più essere determinata anche in base all’adeguata remunerazione del capitale investito da parte del gestore del servizio idrico integrato. La modifica è entrata in vigore dal 21/07/2011. L’applicazione del metodo normalizzato per la definizione delle componenti di costo e la determinazione della tariffa configura una palese violazione della disposizione legislativa di cui al D.P.R. n. 116 del 18/07/2011, nonché si pone in evidente contrasto con la volontà popolare espressa dall’esito referendario.
Incentivazione del risparmio idrico
Il sistema tariffario deve promuovere il risparmio idrico e l’uso efficiente delle risorse stesse. Attualmente, il metodo non tiene in dovuta considerazione le ricadute ambientali della fornitura (a causa del ritardo nell’adeguamento del Metodo Tariffario alla Direttiva 2000/60/CE, recepita nel D.Lgs. 152/2006), non promuove il risparmio idrico e l’uso efficiente delle risorse stesse e non incentiva i gestori a interventi di miglioramento tecnico che potrebbero avere ricadute positive (si pensi, ad esempio, alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione).
Trasparenza tariffaria
La determinazione della tariffa e degli investimenti deve rispondere a criteri di trasparenza. All’aumento tariffario deve corrispondere l’aumento degli investimenti. Dal Piano d’Ambito non emerge con chiarezza le corrispondenza tra tariffa ed investimenti.
Introduzione sistema tariffario per fasce di consumo e previsione fornitura minima vitale
Si propone un’articolazione tariffaria per fasce di consumo con l’introduzione di una dotazione minima vitale di 50 litro/abitante-giorno gratuita e insopprimibile anche in caso di morosità.
Introduzione divieto sospensione servizio idrico
L’interruzione del servizio idrico rappresenta una misura di recupero del credito molto grave essendo il bene acqua vitale per tutti i cittadini. Il servizio di erogazione dell’acqua non si può considerare alla stregua di ogni altro servizio pubblico ma è un bene essenziale per la vita umana. Deve, pertanto, essere utilizzata in extremis dopo aver effettuato diversi tentativi. Il procedimento per il recupero coattivo del credito può prevedere un primo invio di una lettera a mezzo raccomandata dopo un ritardo nel pagamento non inferiore a giorni 30 dalla ricezione della fattura. Si suggerisce ai gestori di provvedere, in caso di persistenza della morosità, anziché alla sospensione in toto del servizio, all’applicazione di un riduttore di flusso. Il sistema consente di erogare un livello minimo di acqua pari ad almeno 50 litri di acqua al giorno. La quantità è stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità quale minimo giornaliero a persona per una condizione di vita accettabile.
SULLA MODALITA’ DI GESTIONE
Gestione pubblica e partecipata
Si chiede di inserire nel Piano d’Ambito un’esplicita dichiarazione di favore per una gestione pubblica del servizio idrico integrato, nonché per un’analisi di modalità gestionali che confermino il ruolo diretto del settore pubblico nel governo dell’acqua, studiando e proponendo nuovi modelli organizzativi che garantiscano la partecipazione dei cittadini
Limitazione ricorso all’appalto
Richiesta di inserimento nel Piano di un esplicito favore per la gestione diretta del servizio da parte del soggetto affidatario, relegando solo a casi eccezionali l’eventuale appalto a favore di soggetti terzi.
SUL RISPARMIO IDRICO
Incentivi al risparmio
Il Piano d’Ambito deve espressamente porsi come obiettivo il consumo virtuoso della risorsa, soprattutto da parte dei grandi utilizzatori. Si suggerisce l’introduzione di strumenti incentivanti, quali, ad esempio, il cofinanziamento di sistemi per il risparmio idrico
Separazione acque nere – acque bianche
Necessaria l’adozione di nuove strategie dei piani di sviluppo del reticolo fognario volte ad adottare schemi di raccolta che prevedano la separazione acque bianche (acque meteoriche) dalle nere (scarichi domestici o industriali)
Riutilizzo acque
Il programma dovrebbe premiare l’attuazione di schemi depurativi che si integrino con il servizio mediante il riuso delle acque depurate in agricoltura o nei processi industriali, nonché incentivare l’uso di acque piovane (es. riduzioni tariffarie per l’installazione di reti duali nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni).
Recupero delle dispersioni
Si richiede la previsione di proposte migliorative sotto il profilo dell’efficacia delle misurazioni dei flussi e delle pressioni di rete, le quali sono propedeutiche a qualunque intervento di manutenzione per il recupero delle dispersioni attraverso la dotazione di piani di ricerca delle perdite e di prevenzione delle crisi idriche
SULLA PARTECIPAZIONE
Consultazione obbligatoria Comitato Consultivo degli Utenti e associazioni dei consumatori
Il controllo sulla qualità del servizio erogato deve essere integrato dalla presenza del CCU e delle associazioni dei consumatori (rif. Livelli minimi di servizio da garantire agli utenti pag. 16 cap. 4). L’attuazione del comma 461 art. 2 della Legge Finanziaria 2008 rappresenta un impegno per rafforzare la partecipazione e la tutela dei cittadini nella gestione dei servizi pubblici locali (consultazione obbligatoria delle associazioni dei consumatori; verifica periodica, con la partecipazione delle associazioni dei consumatori, dell’adeguatezza dei parametri quantitativi e qualitativi del servizio erogato; un sistema di monitoraggio permanete del rispetto dei parametri fissati nel contratto di servizio e nella carte della qualità del servizio, sotto la diretta responsabilità dell’ente locale o dell’ambito territoriale ottimale, con la partecipazione delle associazioni dei consumatori; previsione che le attività suddette siano finanziate con un prelievo a carico dei soggetti gestori del servizio, predeterminato nel contratto di servizio per l’intera durata del contratto stesso.) Delegare i gestori a realizzare tali analisi vale a perseverare una logica di autoreferenziale che fin qui si è manifestata. Si chiede che l’analisi del customer satisfaction venga realizzata con la partecipazione del CCU e delle associazioni dei consumatori.
Silvia Caucchioli, Presidente Comitato degli Utenti Ato veronese
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