“Paccocelere internazionale” sotto i riflettori dell’Antitrust: il servizio di spedizione di Italiane, che rientra fra i servizi forniti in concorrenza con altri operatori economici, è stato oggetto di valutazione da parte dell’Autorità Antitrust, che ha deciso una multa di 45 mila euro perché la promozione del servizio prometteva un monitoraggio sullo stato delle spedizioni fino a destinazione, ma questo controllo – per alcune località internazionali quali alcuni paesi del Nord Africa – non si riferisce alla consegna del plico al destinatario, ma alla consegna all’operatore postale di riferimento del Paese.

Il procedimento dell’Antitrust ha preso in esame la diffusione di messaggi pubblicitari sul sito internet dello professionista volti a promuovere il servizio di spedizione “Paccocelere Internazionale”. Secondo informazioni acquisite d’ufficio, i messaggi veicolati attraverso il sito www.posteitaliane.it a partire dal mese di gennaio 2008 avrebbero prospettato la possibilità di effettuare il monitoraggio per conoscere lo stato delle spedizioni “fino all’arrivo a destinazione” che per alcune località (quali ad es. Marocco, Tunisia, Egitto) non si riferirebbe al recapito effettivo del plico al “destinatario”, ma alla mera consegna all’operatore postale di riferimento del Paese di destinazione. In più, i messaggi avrebbero prospettato tempi “medi” o “indicativi” di consegna relativi alle principali località non rispondenti al vero in quanto i pacchi sarebbero recapitati secondo una tempistica superiore a quella pubblicizzata. Per questo secondo aspetto, l’Antitrust ha escluso l’ingannevolezza del messaggio, perché i dati acquisiti nell’istruttoria non mostrano scostamenti rilevanti rispetto ai tempi di consegna promessi e i tempi sono indicativi. Non si esclude inoltre, spiega l’Antitrust, che in certi periodi dell’anno il malfunzionamento del servizio sia legato a fattori esterni o ad aumenti significativi delle richieste di spedizione.

La sanzione riguarda invece l’indicazione sulla possibilità di monitorare lo stato delle spedizioni “fino all’arrivo a destinazione”. Scrive l’Antitrust nell’odierno bollettino che “per alcune località l’indicato monitoraggio non si riferisce al recapito effettivo del pacco al destinatario, ma al mero affidamento dello stesso all’amministrazione postale di destinazione. Tali località sono mutate nel corso del tempo. Nel periodo in cui sono stati effettuati gli accertamenti preistruttori erano il Marocco, la Tunisia e l’Egitto, mentre durante il procedimento istruttorio il professionista ha indicato: la Tunisia, le Isole Faroe, la Groenlandia e alcune zone (c.a.p.) della Svizzera”. Questa pratica è stata considerata scorretta e sanzionata per 45 mila euro.

Tratto da helpconsumatori.it